"Il grosso del costo della Quota 100 graverà sulle generazioni future", a spiegarlo è il Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Tito Boeri non proprio soddisfatto dell'entrata in vigore del meccanismo ideato dal segretario federale della Lega Matteo Salvini e varata alcune settimane fa dal Governo Conte. A margine dell'audizione in Commissione Lavoro al Senato, infatti, l'economista ha spiegato che il debito potrebbe raggiungere i 90 miliardi di euro.

La misura potrebbe essere insostenibile

Il sistema delle quote consentirà a migliaia di lavoratori di anticipare l'uscita dall'attività lavorativa dopo il raggiungimento dei 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi; una misura che, stando alle stime dell'esecutivo riguarderebbero circa 495 mila lavoratori per il primo anno di applicazione.

A pochi giorni dall'entrata in vigore de beneficio, però, sono giunte a circa 22 mila le istanze presentate agli sportelli Inps di cui circa 1.706 a Roma che al momento risulta essere in testa. Sale, quindi, la preoccupazione che gli oneri previsti dalla misura in materia previdenziale potrebbero non bastare per tutti e difatti, potrebbe escludere molti lavoratori dal beneficio.

Stando a quanto affermato dallo steso Boeri, il debito implicito è destinato ad aumentare visto che, il nuovo Governo giallo-verde ha provveduto a congelare gli adeguamenti dei requisiti alla speranza di vita e al blocco della perequazione degli assegni introdotto dalla precedente Riforma Fornero. Tuttavia, il debito della quota 100 ancora in via sperimentale potrebbe arrivare a 38 miliardi mentre se la misura diventasse strutturale, il debito salirebbe a 90 miliardi con maggiore incidenza sulle generazioni future che, avendo carriere contributive discontinue rischierebbero di restare fuori dal beneficio.

Penalizzazioni fino a 432 euro mensili

Come specifica ancora l'economista, infatti, Quota 100 favorirebbe maggiormente i nati nel 1957, 1958 e 1959 e tutti coloro che richiederanno la misura, potrebbero andare incontro ad una riduzione dell'assegno previdenziale pari a circa 432 euro mensili a fronte di un aumento della ricchezza pensionistica.

"Le nostre sedi stanno toccando con mano quanto sia fuorviante il termine quota 100 trovandosi ad escludere dal nuovo canale di uscita persone che hanno raggiunto i requisiti per accaparrarsi il pensionamento", ha concluso Tito Boeri.