Il confronto tra governo e sindacati ripartirà questa mattina alle ore 10:00 presso il Ministero del Lavoro. L'esecutivo ha infatti convocato i rappresentati della piattaforma sindacale (formata da Cgil, Cisl e Uil) al fine di aprire un tavolo sui principali interventi di riforma del settore previdenziale dopo che in diverse occasioni le parti sociali hanno espresso l'urgenza di un ulteriore allargamento delle misure di flessibilità avviate con il cosiddetto 'decretone'.
La quota 100 non basta
Tra le principali critiche in arrivo agli interventi inseriti all'interno della legge di bilancio (e portati avanti finora con un decreto legge) c'è innanzitutto l'insufficienza della quota 100 come una misura in grado di risolvere definitivamente i problemi del comparto. Infatti, se da un lato i sindacati evidenziano che l'opzione si configura come un passo in avanti rispetto al passato e un'opportunità per una parte dei lavoratori, si sottolinea al contempo che "rimangono però fuori migliaia e migliaia di uomini e, soprattutto, di donne" che faticano a raggiungere i requisiti previsti dalla legge.
A preoccupare non è tanto o solo il vincolo anagrafico (62 anni di età), ma soprattutto quello contributivo che richiede il raggiungimento di almeno 38 anni di versamenti. Un parametro che rischia di escludere proprio coloro che hanno vissuto i maggiori disagi durante la propria carriera, come nel caso delle donne, di chi ha svolto lavori part time o discontinui e di settori particolari (ad esempio il commercio, l'agricoltura e l'edilizia).
Le richieste dei sindacati riguardanti le Commissioni tecniche e contabili
Un altro elemento che sarà oggetto di discussione è certamente quello dell'insediamento delle due Commissioni tecnico - contabili in merito all'individuazione degli altri lavori gravosi - usuranti e alla separazione tra assistenza e previdenza.
Due temi chiave già discussi nelle precedenti legislature e che attendono ora di essere portati avanti per poter determinare i prossimi interventi nel settore previdenziale. Non mancano poi ulteriori richiami a provvedimenti pensati per poter rendere maggiormente equo il sistema nel medio e lungo termine. E' il caso, ad esempio, del rilancio della previdenza complementare o dell'avvio di una pensione di garanzia per i più giovani che attualmente si trovano inseriti nel sistema contributivo puro. Su tutti questi temi i sindacati si attendono di poter avviare quello che viene definito come "un confronto costruttivo" con il Governo.