Riscattare gli anni di studio per il proprio corso di laurea e renderli utili al raggiungimento dei requisiti di accesso alle Pensioni è un provvedimento inserito nel decreto su quota 100 da parte del governo. L’atto che adesso è in seconda lettura alla Camera per i nuovi emendamenti a correzione delle misure varate, potrebbe portare una sostanziale novità proprio per il riscatto di laurea. Infatti la Lega ha depositato un emendamento che corregge la misura e di fatto la estende a tutti i possibili richiedenti a prescindere dalla loro età. Nel frattempo la misura parte come fuoriuscita dal decreto entrato in vigore il 29 gennaio scorso, senza quindi i correttivi che tra Senato e Camera verranno inseriti.

L’Inps da qualche giorno ha pubblicato una circolare che fornisce tutte le istruzioni per usufruire dei benefici di questa misura e si rifà proprio al decreto entrato in vigore.

La misura oggi e cosa propone la Lega

Per il momento la misura è appannaggio di soggetti under 45 di età. La misura offre la possibilità di coprire i periodi di vuoto contributivo durante i periodi dedicati allo studio universitario per un massimo di 5 anni. La facoltà di riscatto è riconosciuta agli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa e alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Un paletto della misura è quello relativo all’anzianità contributiva, perché questa opzione può essere fruita solo da soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

L’Inps nella circolare ricorda che in riferimento a questo vincolo prima del 1996 non devono essere stati versati a nome del richiedente, nessun contributo a qualsiasi titolo versato, quindi nemmeno quelli figurativi. In base a questo, qualsiasi contributo antecedente al 1996 provoca l’annullamento d’ufficio del riscatto, con conseguente rimborso di quanto speso dal richiedente per riscattare il periodo di laurea.

Adesso la Lega mira ad estendere il beneficio anche a soggetti sopra i 45 anni di età. In questo modo la platea di potenziali aventi diritto a sfruttare questa opzione sarebbe sensibilmente allargata.

Il costo del riscatto

Il vantaggio rispetto a quanto succedeva in passato per quanto riguarda il riscatto dei periodi di vuoto contributivo è tutto nel costo dell’operazione.

Per il riscatto del periodo di studio universitario la misura prevista dall’attuale governo abbassa il costo da sostenere da parte dei richiedenti. Il riscatto per così dire agevolato, sarà valido come quota 100, solo per 3 anni, cioè dal 2019 al 2021. Il governo oltre che al riscatto della laurea ha aperto, sempre nel decretone, al riscatto di tutti i periodi di vuoto contributivo. Per il riscatto della laurea i calcoli del centro studi dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio stabiliscono che per ogni anno di studio l’interessato deve versare 5.240 euro. Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o a rate senza interessi per la durata totale di 5 anni, cioè 60 rate mensili. L’importo minimo della rata da pagare però non potrà essere inferiore a 30 euro.

Gli anni di studio dopo il riscatto saranno utili sia per il diritto alla pensione che per gli importi degli assegni previdenziali. Occorre ricordare al riguardo che gli anni di contributi da riscatto, in sede di calcolo della pensione, verranno valutati con il sistema contributivo.