La famigerata Quota 100 fortemente voluta dalla Lega potrebbe rivelarsi un ennesimo flop. A ribadirlo è il sindacato della Cgil secondo il quale a partire dal 2019 il sistema delle quote potrebbe coinvolgere solo 128mila lavoratori, con una restrizione della platea rispetto al numero di potenziali beneficiari stimati dall'esecutivo gialloverde.

Ennesimo flop della Quota 100, coinvolte solo 128mila persone

Come ormai noto, infatti, per il primo anno di applicazione la Quota 100 potrebbe garantire il pensionamento anticipato a circa 290 mila lavoratori che hanno raggiunto i 62 anni di età anagrafica, unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi.

Ma, stando a quanto afferma il responsabile Previdenza pubblica della Cgil Ezio Cigna, il numero dei beneficiari della misura sbandierata dal segretario federale della Lega Matteo Salvini potrebbe coinvolgere circa 162mila persone in meno. Una differenza non di poco, visto che molti lavoratori si accingono a richiedere il pensionamento anticipato con Quota 100, quale unica via d'uscita maggiormente flessibile rispetto alle rigide norme dettate dalla precedente Riforma Fornero.

Tuttavia, secondo quanto affermato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, tra le misure volute dal Governo Conte ci sono anche la proroga del regime sperimentale donna e il blocco degli adeguamenti dei requisiti alla speranza di vita.

Prendendo in considerazione il triennio valido per la sperimentazione della Quota 100, la differenza sarà ancora più marcata, in quanto la misura coinvolgerà solo 325mila soggetti anziché 973mila beneficiari previsti dalle stime dell'esecutivo. "Ciò determinerà un avanzo importante di risorse", spiega ancora lo stesso Cigna.

Secondo la Cgil occorre intervenire con nuove misure

Difatti, delle risorse messe a bilancio nella Legge di Stabilità 2019 che ammontano a 3,8 miliardi di euro, potrebbero essere utilizzati solo 1,6 miliardi, una cifra che potrebbe salire a 2,9 miliardi per il 2020 e a 2,6 miliardi per il 2021, ultimo anno della sperimentazione.

"Siamo di fronte ad un ulteriore provvedimento a termine, che coinvolgerà alcune migliaia di persone, ma che lascia del tutto invariate le cose in prospettiva. Altro che abolizione della Legge Fornero", ha aggiunto il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, spiegando la necessità di intervenire con altre misure in materia previdenziale allo scopo di coinvolgere una più ampia platea di beneficiari considerate anche le risorse finanziarie che rimarranno a disposizione del Governo. Si tratta di circa cinque miliardi che potrebbero essere reperiti nell'arco dell'anno e che potrebbero essere destinati in interventi futuri sulla base anche della piattaforma unitaria che le parti sociali hanno sottoposto all'esecutivo.