Il 19 settembre scorso il cosiddetto Decreto Clima doveva finire in Consiglio dei Ministri per la sua prima valutazione. Il provvedimento invece è stato rinviato a data da destinarsi, perché è necessario un approfondimento soprattutto dal punto di vista delle coperture, almeno questa la motivazione del rinvio. Il decreto di cui in rete circola la bozza integrale composta da 14 articoli, reca misure urgenti in materia di cambiamenti climatici e di promozione dell'economia verde. Uno dei punti più discussi del decreto, ma sul quale i media hanno dato poco risalto se non fosse per le dure prese di posizione delle associazioni dei lavoratori autonomi in agricoltura, riguarda il gasolio agricolo agevolato.

In agricoltura il carburante che si utilizza nelle macchine agricole per la lavorazione dei campi da sempre gode di un prezzo agevolato per chi è regolarmente iscritto negli elenchi degli imprenditori agricoli. In base alla superficie aziendale ed in base alle macchine agricole di cui si dispone, agli imprenditori agricoli è concesso un determinato numero di litri di carburante a prezzo scontato perché senza accise.

Cosa prevede il decreto sul gasolio agricolo

Il Dl Clima all'articolo 6 prevede disposizioni per la riduzione dei sussidi dannosi per l'ambiente. Tra questi rientra a pieno titolo il gasolio agricolo agevolato. L'idea, come riporta un polemico articolo del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, "Il Giornale", è quella di aumentare il costo del carburante agricolo per disincentivare il suo utilizzo.

Gasolio agricolo aumento di prezzo, questo ciò che si legge nelle pagine del quotidiano che parla di un salasso per gli agricoltori. Il problema è che tutte le macchine agricole funzionano a gasolio, come ribadito dalla Cai e da altre associazioni degli agricoltori italiani. il decreto partendo da aumenti del prezzo immediati, guarda anche al lungo periodo fissando la data in cui le agevolazioni scomparirebbero del tutto.

Sempre all'articolo 6 infatti viene previsto che a partire dal prossimo anno, le spese fiscali dannose per l’ambiente indicate nel "Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi" che è stato istituito presso il Ministero dell’ambiente, verranno ridotte di almeno il 10% annuo. In sostanza, un incremento di prezzo che sarà il medesimo anno per anno fino al 2040, quando il decreto prevede che i vantaggi fiscali verranno del tutto eliminati.

In altri termini, il futuro per il gasolio agricolo dovrebbe prevedere un allineamento di prezzo con quello che comunemente si compra alla colonnina dai benzinai.

Polemiche già iniziate

La Cai si è già dichiarata scettica su quanto sta per compiere il governo con il Dl Clima del neo Ministro dell'Agricoltura Costa. Secondo il quotidiano Il Giornale, dietro le politiche del "climaticamente corretto", si nasconde un autentico inasprimento di Tasse per le aziende agricole che notoriamente versano già in condizioni economiche critiche. La rimodulazione degli sgravi sul gasolio agricolo, secondo la Cai, penalizzerebbe le imprese agricole aumentando a dismisura i costi di produzione. Già oggi per l'associazione, i costi di produzione agricola non sono sempre coperti dai ricavi a causa dei costi del lavoro e dell'energia.

Dal CAAI (Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani), per cui ha parlato il presidente Gianni Dalla Berardina, l'aumento di accise ed Iva sul carburante agricolo, ma anche su quello degli autotrasportatori, aumenterebbe del 30% il costo della produzione, producendo un miliardo di euro di aumento totale di questo costo. Naturale che alla fine si arriverà ad un aumento del prezzo del cibo e dei prodotti agricoli che si abbatterebbe sui consumatori finali. Oltretutto, aumentando il costo della produzione, le aziende italiane perderebbero anche in materia di concorrenza con i prodotti esteri che già oggi entrano nel mercato italiano a prezzi più bassi per via dei minori costi di produzione.