Prosegue la discussione interna al governo giallo-rosso in merito alla prossima legge di bilancio 2020 ed ai possibili interventi. Tra i passaggi chiave il bonus mobilità, l'intervento sull'Iva e l'incentivazione alla moneta elettronica ed il taglio del cuneo fiscale, oltre ovviamente alla flessibilizzazione dell'accesso alla pensione. Su quest'ultimo punto si attende la proroga dell'APE sociale e dell'opzione donna, ma un nodo che ancora non sembra sciolto definitivamente è la prosecuzione delle Pensioni anticipate tramite quota 100.
Al momento appare infatti certo che la misura continuerà ad esistere nel corso del 2020. Quello che si sta concretizzando è invece un acceso dibattito sui criteri di accesso e di permanenza nella tutela previdenziale. Le ultime notizie in tal senso fanno riferimento al cumulo dei redditi, sul quale il legislatore avrebbe allo studio uno stop totale.
Pensioni anticipate e quota 100: cosa potrebbe cambiare con la legge di bilancio 2020
Stante la situazione, l'aspetto positivo riguarda il fatto che al momento sembra confermata la prosecuzione della sperimentazione nel corso del 2020. Anche sui requisiti anagrafici e contributivi di accesso sembra prospettarsi una sostanziale conferma rispetto a quelli attualmente in vigore.
Così, il prossimo anno si continuerà ad ottenere il prepensionamento a partire dai 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. Quello che risulta in discussione è invece il vincolo alla non cumulabilità dei redditi. Attualmente resta infatti esclusa la prosecuzione dell'attività lavorativa dipendente o autonoma, ma rimane comunque possibile svolgere attività occasionali fino ad un massimo di 5mila euro lorde l'anno. A saltare totalmente potrebbe essere proprio quest'ultimo punto. In questo modo, chi ottiene l'accesso all'Inps tramite la quota 100 dovrebbe smettere totalmente di lavorare fino all'età dell'assegno di vecchiaia (attualmente fissata a 67 anni).
La stretta sulla Q100 e le valutazioni di fattibilità
Lo stop totale a qualsiasi reddito da lavoro per chi ottiene la quota 100 avrebbe lo scopo di scoraggiare ulteriormente le adesioni all'opzione e quindi di produrre ulteriori risparmi. Coloro che si trovano in questa situazione dovrebbero poi scegliere se interrompere le attività occasionali o rinunciare all'assegno, visto che di fatto la percezione di altri redditi comporterebbe la sospensione dell'assegno previdenziale per l'intera annualità. Resta chiaro che al momento lo stop all'arrotondamento dei redditi previdenziali resta pur sempre un'ipotesi e che il provvedimento potrebbe scattare a partire dal 2021. Come sempre, per avere delle prime conferme sarà necessario attendere di poter visionare il testo della nuova manovra.