Sono ancora aperti i dibattiti sulla quota 100 dopo le conferme ottenute dal ministro dell'Economia e delle Finanze e del Premier Giuseppe Conte sulla continuazione della sperimentazione fino alla fine del 2020. Nessuna ipotesi di modifica, quindi, si trova sul tavolo dell'esecutivo giallo-rosso anche se, non mancano aperti degli spiragli sulla probabile cancellazione della misura volta a garantire l'uscita anticipata.

Morando propone l'abrogazione di Quota 100

Dopo le dichiarazioni dell'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero che avrebbe proposto una cancellazione della misura previdenziale sbandierata dalla Lega, al fine di creare una maggiore stabilità economica e più equità, anche l'ex viceministro dell'Economia Enrico Morando nei governi Renzi e Gentiloni, ha preferito dire la sua sul tema delicato delle Pensioni.

Difatti, avrebbe proposto la sua 'ricetta' per evitare l'indebitamento dovuto agli ingenti oneri richiesti dalla Quota 100. Per lo stesso Morando, infatti, l'indebitamento strutturale non può peggiorare ancora e per questo motivo, la situazione è delicata visto che, il tempo stringe ed è prima priorità del governo giallo-rosso scongiurare l'aumento dell'Iva previsto per il 2020.

Servono risorse per circa 50 miliardi

Come ormai noto, la Commissione Europea avrebbe concesso circa 10 miliardi di euro di flessibilità mentre altri cinque miliardi potrebbero arrivare dalle minori adesioni alla Quota 100. Invece, sempre secondo quanto afferma Morando, occorrerebbero circa 23 miliardi di euro per scongiurare gli aumenti dell'Iva e altri cinque miliardi per accise oltre ai 26 miliardi di euro che serviranno per evitare un eventuale aumento dell'Iva dal 2021.

"La mia opinione è che non c'è un'alternativa, i soldi si possono trovare se si mette radicalmente in discussione Quota 100", ha spiegato Enrico Morando. Alcuni giorni fa, infatti, un report diramato dalla Ragioneria generale dello Stato, stabiliva che la Quota 100 è una misura troppo costosa per le casse statali e potrebbe creare un pericolo per il sistema previdenziale italiano e per questo motivo, sarebbe necessario l'eliminazione della misura che garantisce l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi.

"Se si mettesse in discussione Quota 100 nel bilancio rientrerebbero un bel po' di miliardi che potrebbero essere usati per l'Iva. Questo sarebbe il disegno di una manovra realistica", ha precisato ancora Morando.

Si studia la proroga dell'Opzione Donna

Intanto, alcune risorse potrebbero essere destinate alla proroga del regime sperimentale donna in scadenza il 31 dicembre 2019: sul tavolo dell'esecutivo, infatti, ci sarebbe l'ulteriore proroga della misura fino alla fine del 2020 in modo tale da facilitare anche per l'anno prossimo il pensionamento anticipato alle lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1960 o entro il 1959 in caso di lavoratrici autonome. L'ufficialità, però, si avrà solo con la nuova Legge di Stabilità.