Dalla Lega arrivano nuove prese di posizione rispetto alle ultime ipotesi di riforma del settore previdenziale, a partire dall'idea di avviare un meccanismo di prepensionamento che innalzi ulteriormente i requisiti previsti con le attuali sperimentazioni.
Durigon (Lega) difende la quota 100 come misura di equità sociale
A tal proposito, l'On. Claudio Durigon ha sottolineato nelle scorse ore che "mentre il governo giallo fucsia dà i numeri e studia quota 102 o 103 con l'innalzamento dell'età pensionistica per gli italiani, la Francia fa marcia indietro e passa da 64 a 62 anni" .
L'esponente leghista promette quindi "barricate" al fine di difendere il diritto di accedere alla quiescenza, ricordando che le pensioni anticipate tramite la quota 100 non rappresentano un meccanismo di welfare o assistenzialismo, ma piuttosto un'opzione di equità sociale. Durigon ricorda inoltre che grazie a questa misura è stato avviato il ricambio generazionale, consentendo a circa 200 mila italiani di accedere in anticipo alla pensione.
Salvini (Lega): 'Il PD vuole superare la quota 100'
Anche il leader della Lega Matteo Salvini nelle scorse ore è intervenuto in merito alle proposte in discussione sul comparto previdenziale.
Durante un comizio elettorale tenutosi per le Regionali in Emilia Romagna ha lanciato un'accusa contro la maggioranza, dichiarando che "Il Partito Democratico ha presentato una proposta di legge per superare quota 100 e innalzare l'età pensionabile: maledetti! Altro che 'Bella ciao', vogliono tenere la gente in ostaggio fino a 70 anni, ma se ci provano gliela facciamo cantare in Parlamento giorno e notte Bella ciao e non li facciamo uscire dal Parlamento".
Le ultime ipotesi di riforma del settore previdenziale: le pensioni contributive dai 64 anni di età
Sulla riforma del sistema previdenziale si prospetta un confronto acceso tra maggioranza e opposizione, stante che le posizioni sul tema sono appare sempre più distanti.
A tenere banco è anche la questione del post quota 100, visto che molti lavoratori potrebbero trovarsi di colpo davanti ad uno scalone di 5 anni per l'accesso alla pensione. Le proposte emerse negli scorsi giorni hanno postulato di rimediare avviando un meccanismo di accesso agevolato alla pensione a partire dai 64 anni di età e con 38 anni di contribuzione (corrispondente ad una quota 102). Allo stesso tempo, il lavoratore dovrebbe però risultare soggetto al ricalcolo interamente contributivo dell'assegno, mentre sparirebbe il vincolo della non cumulabilità dei redditi. Sul punto la discussione sembra quindi destinata a restare molto accesa anche nei prossimi giorni.