Nel 2020 molti potrebbero avere l'ultima possibilità di accedere alla pensione prima di raggiungere i 67 anni di età previsti dalla pensione di vecchiaia. È quanto emerge da un servizio andato in onda su La7, durante il consueto appuntamento settimanale con la trasmissione "DiMartedì". Il cantiere Pensioni è oramai aperto con i sindacati convocati al Ministero del Lavoro per il giorno 27 gennaio. Per evitare lo scalone di quota 100 bisogna trovare misure alternative per il 2022. Tecnici, politici e governo sono già al lavoro per valutare le proposte che arrivano, da quota 102 alle pensioni a 62 anni di cui ha parlato Ghiselli per la Cgil.

Prima dei possibili cambiamenti, il servizio di La7 elenca tutte le possibilità di uscita dal mondo del lavoro nel 2020. Ecco cioè che emerge in base agli anni di nascita dei potenziali nuovi pensionati.

Misure in scadenza nel 2020

Qualcosa potrebbe cambiare alla fine del 2021. Molte delle misure oggi in vigore, nel 2022 non ci saranno più. E molte potrebbero scomparire anche nel 2021. Opzione donna è stata rinnovata solo per un altro anno, cioè fino al 31 dicembre 2020. La pensione anticipata contributiva per le donne, come riporta Silvia Ciufolini (autrice del servizio), permetterà il pensionamento per le nate nel 1961 se lavoratrici dipendenti e per le nate nel 1960 se lavoratrici autonome.

La misura prevede l'uscita con 58 anni di età (59 per le autonome) e con 35 anni di contributi versati, a condizione che entrambi i requisiti siano stati completati entro il 31 dicembre 2019. Senza una ulteriore proroga, la misura chiuderà a fine 2020. Per questo, non è detto che la possibilità di pensionamento anticipato possa essere appannaggio anche di chi completa il doppio requisito nel corso del corrente anno.

Stessa sorte tocca all'Ape sociale, anch'essa prorogata solo fino alla fine del 2020. Con questa misura, possono lasciare il lavoro i nati nel 1957, perché lo strumento permette il pensionamento a partire dai 63 anni di età. Servono 36 anni di contributi se il richiedente è alle prese con un lavoro gravoso, svolto in 7 degli ultimi 10 anni di carriera o in alternativa, in 6 degli ultimi 7.

Sono necessari 30 anni di contributi invece, se il richiedente è invalido o con un parente invalido a carico (con almeno il 74% di disabilità), oppure se è disoccupato senza reddito e Naspi da almeno 3 mesi. Requisito anagrafico e requisito contributivo vanno completati entro il prossimo 31 dicembre.

Dalle pensioni di vecchiaia a quota 100

Resta fisso anche nel 2020 il requisito dei 67 anni per la pensione di vecchiaia. Chi compie 67 anni nel 2020, cioè i nati nel 1953, e contestualmente raggiunge i 20 anni di contribuzione, potrà rientrare nella pensione di vecchiaia ordinaria. Ma con 5 anni di anticipo, anche quest'anno si potrà sfruttare la quota 100. Per tutti i nati nel 1958, quindi, una volta raggiunti i 38 anni di contribuzione, sarà possibile uscire con la tanto discussa misura già a 62 anni di età.

Quest'anno restano in vigore anche le uscite anticipate per precoci o quelle ordinarie. Per i nati tra il 1960 ed il 1965 c'è la possibilità di sfruttare la quota 41. Occorre essere lavoratori precoci, con un anno di contributi versati anche in maniera anche discontinua prima dei 19 anni di età. Occorre, allo stesso tempo, appartenere ad una delle categorie a cui si applica l'Ape social, cioè invalidi, caregivers, disoccupati o alle prese con lavori gravosi. Per la pensione anticipata ordinaria in regime Fornero, anche per l'anno corrente l'unico requisito necessario (non è previsto limite di età), cioè quello contributivo, resta fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini ed a 41 anni e 10 mesi per le donne. In uscita con questa misura quelli che hanno avuto carriere continue già a partire dai 17 anni di età, cioè grossomodo, i nati tra il 1959 ed il 1960.