Difficilmente l’Inps commetterà anche per le misure del decreto Rilancio gli stessi errori commessi con le misure del decreto Cura Italia. Nella memoria di tutti c’è ancora quello che successe il giorno 1° aprile, quando il sito dell’Inps fu letteralmente preso d’assalto dalle persone che dovevano richiedere i bonus e gli indennizzi di aiuto previsti per l’emergenza Coronavirus. Quel giorno, tra sito in tilt e violazioni della privacy degli utenti, la presentazione delle domande per i vari bonus diventò una autentica odissea. I vertici dell’Inps saranno certamente rimasti scottati dall’esperienza, come riporta un articolo del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, tanto è vero che sembra si stia cercando di snellire il tutto.

Probabilmente il via alle domande scatterà lunedì 25, con l’Istituto che predisporrà le procedure illustrandole con un messaggio ufficiale. Le due misure probabilmente più attese del nuovo decreto sono il reddito di emergenza e il bonus badanti e colf. Sono due misure imponenti come platea di potenziali richiedenti. Infatti il reddito di emergenza riguarda circa 2 milioni di possibili beneficiari, per una platea di circa 900.000 famiglie. Il bonus badanti riguarderà invece circa la metà dei lavoratori domestici regolarmente assunti, per una platea di circa 460mila soggetti.

Il reddito di emergenza

Il reddito di emergenza è senza dubbio la grande novità del decreto. Si tratta di una misura di aiuto per famiglie disagiate e in difficoltà, a cui il governo ha deciso di erogare un sussidio straordinario e temporaneo.

Sono due le tipologie di taglio di Rem che verrà erogato ai beneficiari. Il primo taglio sarà da 400 euro al mese e riguarderà i singoli, mentre per le famiglie più numerose verranno assegnati 800 euro al mese. Il benefit varrà per due mesi in entrambi i casi. Per famiglie che hanno componenti invalidi nel proprio nucleo, il benefit sale ad 840 euro.

Il Rem prevede alcune condizioni da rispettare per coloro che intendono richiederlo.

Prima di tutto esiste il limite Isee di 15.000 euro, al di sopra del quale non si rientra nella misura. Il patrimonio finanziario, che è quello che le famiglie hanno in banca come depositi sui conti, soldi sulle carte di credito e debito, buoni fruttiferi e libretti di risparmio, non deve superare 10.000 euro per un single, aumentato di 5.000 euro a componente aggiuntivo del nucleo familiare, fino al tetto massimo di 20.000 euro.

In attesa che l’Inps emani il messaggio informativo classico che precede il via alle domande, secondo il Sole 24 Ore, l’Istituto sta aggiornando le convenzioni con Caf e Patronati, che dovrebbero essere gli uffici deputati ad aiutare i richiedenti nella presentazione delle istanze.

Bonus lavoratori domestici

L’altra misura che è molto attesa è il bonus lavoro domestico, un aiuto che riguarda badanti, colf, giardinieri e tutte le tipologie di lavoratore domestico che le nostre famiglie comunamente utilizzano. Si tratta di una delle categorie più colpite dall’emergenza epidemiologica ed una delle categorie che fino al decreto Rilancio, erano state dimenticate dai provvedimenti del governo. Il bonus domestici probabilmente verrà erogato in un'unica soluzione e sarà di 1.000 euro, di cui 500 euro per il mese di aprile e 500 euro per il mese di maggio.

Anche per questa misura occorre rispettare determinate condizioni. Occorre innanzi tutto che la badante piuttosto che la colf che intende beneficiare del bonus, non deve essere convivente con i propri datori di lavoro.

Inoltre, occorre che la durata complessiva dei rapporti di lavoro che svolge (possono essere anche con più datori di lavoro), deve essere superiore a 10 ore settimanali. Anche per il bonus badanti gli uffici che dovrebbero essere in grado di supportarli nell’invio della domanda sono Caf e Patronati. Stando a ciò che si legge nel testo del decreto, non ci sono altre condizioni oltre a quelle citate e pertanto, anche chi ha continuato regolarmente a lavorare in questa fase di lockdown, potrebbe lo stesso richiedere il bonus.

Su questo però i dubbi restano perché già nella fase di stesura del decreto, sembrava che dovesse essere necessaria la dichiarazione di interruzione delle attività lavorative per poter rientrare nel bonus. Una dichiarazione che non è comparsa nel testo definitivo del decreto, ma che potrebbe tornare di attualità nella fase di conversione in legge del decreto Rilancio.