Non riformeranno le Pensioni le misure previdenziali contenute nella bozza della legge di Bilancio 2021, ma alcune misure confermate anche per il prossimo anno consentiranno ai lavoratori di poter abbandonare prima il lavoro rispetto alla pensione di vecchiaia fissata a 67 anni. Infatti, nella Manovra economica 2021 il governo intende confermare le misure di pensione anticipata opzione donna e Anticipo pensionistico (Ape social), oltre agli strumenti che consentono alle aziende il prepensionamento a partire dai 62 anni di età o con 37 anni e 10 mesi di contributi.
Inoltre il governo si è adeguato alla recente sentenza della corte costituzionale relativa al prelievo sulle pensioni con importi superiori a 130 mila euro annui lordi: il contributo di solidarietà sulle cosiddette "pensioni d'oro" resterà in vigore ancora per tutto il 2021.
Riforma pensioni 2021: proroga opzione donna e Ape social
Sempre in linea con le indicazioni della corte costituzionale, nella Manovra 2021 il governo prorogherà, fino al 2023, le misure sulla perequazione automatica dei trattamenti di pensione introdotti nella legge di Bilancio 2020. Dunque, il pacchetto-pensioni che il parlamento riceverà sarà composto da misure transitorie in attesa che il confronto tra governo e parti sociali arrivi alla riforma previdenziale prevista a partire dal 1° gennaio 2022, giorno nel quale sarà terminata la sperimentazione triennale della quota 100.
Nel frattempo, anche per il 2021 rimarrà utilizzabile l'Ape social per la quale nella legge di Bilancio 2021 si prevede un ampliamento della platea dei lavoratori in uscita dai 63 anni di età con l'inserimento di categorie lavorative che non hanno beneficiato della disoccupazione per carenza del requisito contributivo e assicurativo.
Come nelle attesa, sarà prorogata anche la pensione con opzione donna che consente alle lavoratrici di uscire a 58 anni se dipendenti e a 59 se autonome con il ricalcolo contributivo della pensione, misurata sui 35 anni di contributi minimi previsti.
Uscita dai 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi
Tuttavia sulle pensioni anticipate del 2021 non mancano le novità nella bozza della Manovra.
In primis si procederà a un ricalcolo dei requisiti di anzianità riguardanti il part-time verticale ciclico: nel dettaglio è previsto che vengano considerati per intero gli anni di lavoro prestati con contratti a tempo parziale ai fini del riconoscimento del diritto di andare in pensione. Altra proroga è quella contenuta nei contratti di espansione, già disciplinati dal decreto "crescita" del 2019, che consentono ai lavoratori di uscire con cinque anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia (quindi a partire dai 62 anni) o all'anzianità contributiva (37 anni e dieci mesi di versamenti per gli uomini e 36 anni e dieci mesi per le donne).
Le novità contenute nella bozza della legge di Bilancio 2021 riguardano un allargamento della platea dei lavoratori che potranno usufruire di questa formula di pensione anticipata con maggiori risorse stanziate dal governo: dopo la sperimentazione biennale del 2019 e 2020, infatti, per agevolare la riduzione dell'orario di lavoro da compensare con la Naspi (per la quale il governo prevede la partecipazione dell'Inps ai primi due anni di uscita anticipata), le risorse stanziate ammonteranno a 100 milioni di euro per i prossimi due anni, il triplo di quanto previsto nel 2020 (38 milioni) per questo strumento.
Inoltre, la novità più importante riguarda le aziende che potranno far richiesta del contratto di espansione per il prepensionamento dei propri lavoratori: il limite minimo passerebbe dai 1.000 attuali ai 500 dipendenti dal prossimo anno.