Sono in bilico alcuni pezzi della riforma della Scuola delineata dal decreto Pnrr 2, il provvedimento del governo atteso alla conversione in legge. I nodi riguardano soprattutto il reclutamento e le assunzioni dei docenti, con il nuovo meccanismo dei crediti formativi universitari (Cfu) necessari per partecipare ai concorsi nella scuola, e la formazione dei docenti di ruolo. C'è del malumore tra i partiti della maggioranza nella VII Commissione del Senato dove, in questi giorni, si stanno tenendo le audizioni in vista della conversione del decreto Pnrr 2.
Sedute nelle quali tutti gli esponenti dei partiti della maggioranza hanno espresso dubbi e perplessità sul nuovo corso della scuola delineato dal decreto stesso. Sembrerebbero tenere il passo, invece, due novità contenute negli emendamenti presentati al decreto, ovvero il ripristino dei Percorsi abilitanti speciali (Pas) per i docenti precari della scuola e l'eliminazione delle "crocette" dalle prove dei concorsi, questione sulla quale si sta battendo anche l'ex ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.
Riforma scuola 2022: il nodo delle assunzioni e del reclutamento dei docenti dai concorsi
Il primo nodo alla riforma della scuola delineato dal decreto Pnrr 2 è quello relativo al sistema di reclutamento dei docenti dai concorsi pubblici.
Ammessi al concorso, al netto dei docenti che hanno prestato servizio nella scuola da supplenti per almeno tre anni, sono gli aspiranti insegnanti che abbiano conseguito 60 crediti formativi universitari (Cfu). Nonostante le perplessità sull'articolato nuovo sistema, la sensazione è che è in sede di conversione il Parlamento possa apportare solo pochi ritocchi, senza stravolgimenti.
Di questo avviso sarebbe anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi per il quale il sistema di reclutamento dei docenti dovrebbe rimanere quello uscito dal Consiglio dei ministri meno di due mesi fa.
Scuola, riforma della formazione dei docenti: i dubbi sugli aumenti stipendi ed eliminazione Carta docente
Con tutta probabilità, in sede di conversione del decreto i maggiori dubbi della maggioranza sulla riforma della scuola si condenseranno sulla formazione dei docenti, argomento caldo perché strettamente legato anche agli aumenti degli stipendi e agli scatti anticipati di carriera.
Oltre alla formazione obbligatoria, la riforma del decreto legge 36 del 2022 prevede la formazione volontaria degli insegnanti mediante percorsi formativi e test di valutazione ogni tre anni. Le perplessità riguardano soprattutto le coperture finanziarie che dovrebbero, via via, assorbire le risorse della Carta del docente e prevedere ulteriori tagli degli organici, con la cancellazione di 12mila cattedre. Peraltro, al nuovo impianto della formazione dei docenti c'è il rifiuto dei sindacati della scuola che invitano il governo a un passo indietro rispetto al nuovo sistema incentivante, peraltro previsto solo per un numero limitato di insegnanti nei primi anni di riforma.
Scuola, verso il ritorno dei Pas e l'eliminazione delle 'crocette' dalle prove scritte dei concorsi
Tra gli emendamenti presentati in sede di conversione al decreto Pnrr 2 nella parte relativa alla scuola, il ministro dell'Istruzione Bianchi ha già preso visione della proposta di ripristinare i Percorsi abilitanti speciali (Pas) per i docenti precari e l'eliminazione dei test a risposta chiusa nelle prove scritte dei concorsi della scuola. Sui Pas, gli emendamenti prevedono l'istituzione di percorsi differenziati di stabilizzazione dei precari in base al servizio pregresso degli insegnanti. Proprio nella giornata di domani, 25 maggio, è previsto che il ministro Bianchi abbia il primo confronto formale con i partiti di maggioranza.