Entrata giovanissima come vincitrice di concorso a Milano nella scuola primaria, Cettina Brunetto rientra in Sicilia per far parte attivamente nella CGIL Scuola negli anni 90. Nel 2003 la Brunetto entra nel direttivo e vi rimane fino all’elezione di segretaria generale provinciale avvenuta nel maggio del 2021. Sono tante le sue 'battaglie' sindacali: negli anni si impegna attivamente contro la riforma Moratti, la riforma Gelmini fino alla lotta contro la Legge 107 del 2015.

Al V Congresso FLC CGIL Catania rieletta Cettina Brunetto: la sua intervista

Lei è stata rieletta il 12 dicembre scorso, durante il V Congresso del suo sindacato, la CGIL. Quali motivazioni, secondo lei, hanno indotto tutti i delegati a rieleggerla?

Credo che il lavoro realizzato ci abbia consentito di metterci al servizio del territorio. Abbiamo avuto modo di riprendere i contatti con le nostre RSU storiche e nonostante il periodo siamo riusciti come gruppo dirigente ad avvicinare molte lavoratrici e lavoratori che si sono dimostrate disponibili a impegnarsi all’interno delle proprie scuole. Abbiamo realizzato diverse iniziative per motivare chi si è avvicinato per la prima volta al nostro sindacato e riavvicinato chi si era allontanato per diverse motivazioni.

Alla fine le RSU elette costituiscono l’animo pulsante del nostro sindacato; le delegate e i delegati eletti al congresso provinciale hanno riconosciuto nel gruppo che mi onoro di coordinare e nella mia persona il motivo per la riconferma. Anzi, posso dire che con questo congresso il gruppo dirigente ne esce ulteriormente rafforzato.

A proposito della volontà del Governo Meloni di voler attuare le Disposizioni che riguardano l’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, cosa ne pensa della questione il suo Sindacato e quali attività intendete mettere in campo per fronteggiare il 'Regionalismo' tanto caro alla Lega di Matteo Salvini?

Come sindacato siamo stati i primi a ravvisare tale pericolo in tempi non sospetti. Ci siamo opposti sin dal suo nascere poiché pensiamo che con la regionalizzazione dell’istruzione si avrà uno sgretolamento dell’unità nazionale e con essi dei diritti costituzionalmente garantiti. Basti pensare a quello che è successo nella sanità per capire che alcuni diritti quali la sanità e l’istruzione non possono essere messi in discussione. Abbiamo visto come già senza regionalizzazione nella scuola primaria, per esempio, un alunno della scuola primaria del nord, a conclusione del quinquennio, ha un anno in più di scuola rispetto ad un alunno del sud. Inoltre, abbiamo aderito alla proposta di legge per l’abolizione degli articoli costituzionali in questione e invitiamo tutti a firmare per raggiungere le cinquantamila firme.

Io l’ho già fatto e metteremo in movimento la nostra forza affinché si raggiunga l’obiettivo, affinché questa riforma possa essere rimandata al mittente.

Quasi sicuramente avremo un inverno ‘caldo’ sul versante degli scioperi e delle manifestazioni contro le misure contenute nella prossima Legge di Bilancio. Quali saranno per la FLC CGIL di Catania le tematiche per cui sarà necessario promuovere le prevedibili azioni di protesta?

La legge di bilancio così come l’ha concepita questo governo è iniqua e grida vendetta. Si toglie ai poveri e ai nullatenenti per coprire chi evade le tasse. Basti pensare che a parità di reddito, tra un lavoratore dipendente e un autonomo il primo ha una tassazione del 43% e il secondo al 15%.

Ci muoveremo in tutte le direzioni. Già il 13 Dicembre abbiamo aderito allo sciopero regionale indetto da CGIL e UIL. Faremo tutto quello che sarà nelle nostre prerogative per evitare che paghino sempre le stesse categorie: i lavoratori dipendenti, i pensionati e i disoccupati.

Il Governo Meloni ha tirato spesso in ballo, in senso negativo, il sindacato di cui lei è segretaria Generale in Provincia di Catania. Quali sono le sue opinioni circa queste acredini tra la FLC CGIL e la Premier? Come se lo spiega?

La CGIL è il sindacato che rappresenta cinque milioni di lavoratori. Quando si muove la CGIL è chiaro che ogni governo ha qualche timore. Siamo un sindacato che ha 116 anni di storia e rappresenta l’unico argine alla deriva neoliberista che il paese sta prendendo.

Ancora nell’immaginario collettivo rappresentiamo il Sindacato per eccellenza. Entriamo nel merito delle questioni e cerchiamo di far applicare la Costituzione nonostante tutto e tutti.

Ritornando alla prossima approvazione della Legge di Bilancio. È oramai chiaro a tutti che poco o quasi nulla riguarderà il mondo della Scuola. Può spiegare perché secondo lei questo argomento non è stato preso in considerazione e quali conseguenze possono scaturire da questa situazione?

È chiaro che questo governo di destra deve dare risposte al proprio mondo, l’aumento del contante e la possibilità di non utilizzare il pos per i pagamenti è l’emblema di come si vuole organizzare la nostra società. I furbi che non pagano le tasse, non solo non devono preoccuparsi, ma addirittura vengono condonati a danno di chi le tasse le paga o togliendo il reddito di cittadinanza a persone che ritorneranno nella desolazione e nella povertà più nera.

Per i contratti di sanità e scuola quindi non resta nulla. L’idea che ha questo governo va nella direzione del bonus ai genitori in modo da poterlo spendere presso le scuole private, magari costosissime, in nome della libertà di scelta. Questo comporta un risparmio per le casse dello Stato. Chi vuole l’istruzione di qualità se la va a pagare, il tutto in contrasto con il dettato costituzionale di dare pari opportunità a tutti i cittadini. Inoltre, in questa legge di bilancio potrebbero venir tagliate 700 scuole con un deperimento ulteriore dell’offerta formativa in quelle zone di periferia dove la scuola è l’unica istituzione statale presente.

Di recente la FLC CGIL ha siglato il rinnovo contrattuale che tanto si aspettava in questi anni per ciò che ha riguardato la parte economica.

Adesso occorre dirimere le questioni normative. Quale sarà l’approccio della FLC CGIL riguardo questo secondo aspetto?

Siamo stati, in un certo qual senso obbligati a firmare il contratto poiché c’era un milione di persone che da 4 anni aspettava e in un momento come quello che stiamo attraversando rinviare ulteriormente significava mettere a dura prova la tenuta economica di questo settore. Si prevede un’articolazione più definita per quel che riguarda la parte normativa del personale ATA e altri aspetti che si definiranno entro fine dicembre.