In Italia c'è stata una crescita di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro tra marzo e aprile 2023, con il 70% di essi a tempo indeterminato. Sono questi i dati rivelati dalla nota di maggio intitolata "Il mercato del lavoro: dati e analisi", elaborata congiuntamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Banca d'Italia e dall'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal).
La tendenza osservata
La tendenza positiva - osservata nei primi due mesi dell'anno - ha caratterizzato il mercato del lavoro, con una crescente domanda di occupazione nel settore privato non agricolo.
Questo trend è stato trainato principalmente dal settore dei servizi, in particolare dal turismo, che ha contribuito alla creazione di quasi 40.000 nuovi posti di lavoro, corrispondenti a circa un terzo del totale. Nel settore manifatturiero e nelle costruzioni, l'occupazione è aumentata a un ritmo costante, in linea con quanto osservato nei mesi precedenti. Inoltre, si è riscontrata una ripresa significativa nei settori manifatturieri ad alta intensità energetica, beneficiando della riduzione dei prezzi dell'energia.
È interessante notare che, durante il periodo in esame, circa il 70% dei nuovi posti di lavoro creati sono stati contratti a tempo indeterminato. Questo dato indica un'espansione significativa dell'occupazione e si inserisce in un contesto di graduale riduzione del tasso di licenziamento, iniziata a metà del 2022.
Tuttavia, le dimissioni, principalmente dovute a transizioni tra diversi impieghi, rimangono a livelli più elevati rispetto al periodo precedente alla crisi pandemica.
Bimestre marzo-aprile 2023: i dati
Nel bimestre marzo-aprile 2023, è stata riscontrata una crescita nell'utilizzo di contratti a termine, il cui saldo è più che raddoppiato rispetto al periodo precedente, passando da circa 15.000 a 35.000 posizioni.
Questo aumento è stato influenzato sia dall'incremento del settore turistico, nel quale i contratti a breve termine sono più diffusi, sia dalla maggiore propensione delle imprese a creare nuove posizioni a tempo determinato. Questo fenomeno è stato osservato dopo che molte posizioni di lavoro temporanee erano state convertite in contratti a tempo indeterminato nel corso del 2022. Al contrario, il contributo dell'apprendistato all'occupazione è risultato sostanzialmente nullo.