Nella giornata di lunedì 26 febbraio spiccano tre episodi di cronaca nel Salento: sotto la lente di ingrandimento un suicidio all'ospedale 'Fazzi', una rapina in un centralissimo negozio del capoluogo leccese e il via al processo per maltrattamenti ed abusi in una struttura del sud Salento
Si lancia dal quarto piano del 'Vito Fazzi', nulla da fare per un 66enne salentino
Il suicidio si è verificato intorno alle 3 all'ospedale 'Vito Fazzi' di Lecce, dove un 66enne ricoverato nel reparto di medicina, si è lanciato dal quarto piano del nosocomio. L'allarme è stato dato dagli infermieri quando si sono accorti che l'anziano, originario di Vernole, non era più nel suo letto.
La drammatica scoperta pochi minuti dopo, per l'uomo non c'è stato nulla da fare.
Rapinatori in azione nella notte: maxi furto in un negozio di scarpe
Un'incredibile rapina nella notte in via Imperatore Adriano ai danni del negozio di calzature 'Nella' nei pressi della villa comunale. I malviventi sono riusciti a portare via ben 1500 paia di scarpe per un valore di diverse decine di migliaia di euro. Il colpo, certamente rischioso, è filato liscio nonostante la posizione centralissima dell'attività. Ora gli inquirenti passeranno al setaccio tutte le videocamere di sorveglianza, da quelle del negozio a quelle installate nei pressi di 'Nella'. La rapina fa il paio con quella di ieri ai danni dell'enoteca 'Mamma Elvira' dalla quale erano stati rubati 2000 euro dal registratore di cassa.
Sud Salento: maltrattamento ospiti ed estorsioni ai dipendenti
Rischiano il processo direttore, amministratrice e dipendente di una casa riabilitativa per malati psichiatrici nel Sud Salento. Le accuse contestate sono maltrattamento agli ospiti della struttura, ed estorsione e stalking ai danni di una dipendente. L'udienza preliminare è stata fissata per il 10 aprile.
Secondo le dichiarazione rese, i responsabili della struttura avrebbero sottoposto la dipendente a offese e soprusi obbligandola a turni massacranti. Inoltre la stessa sarebbe stata costretta a restituire mensilmente una somma tra i 100 e i 300 euro per poter conservare il lavoro.
Gravi anche la accuse per l'abuso sugli ospiti della casa di cura, costretti a vivere in condizioni igieniche precarie e ai quali sarebbero stati somministrati alimenti di scarsa qualità e perfino farmaci scaduti.
Nel dettaglio sono stati ritrovati resti di feci su federe e materassi e tracce di sangue su un cuscino, prova del mancato utilizzo di disinfettante nei lavaggi. Inoltre per colazione, 18 persone avrebbero diviso un litro di latte allungato con acqua, accompagnato da tre biscotti e del pane del giorno precedente. Gli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, nominati dai tre imputati, dovranno ora preparare la difesa in vista dell'udienza del 10 aprile.