In questi giorni le cronache ci informano di episodi di bullismo che avvengono nelle aule scolastiche, in cui le vittime sono o i professori o gli alunni. A Lecce la vittima è un ragazzo di 17 anni, aggredito e vessato dai suoi compagni di classe, secondo quanto dichiarano i genitori del ragazzo.

I giovani frequentano un istituto tecnico di cui non si conosce ancora il nome.

Come informa il quotidiano Repubblica, ad incastrare i bulli c'è una prova materiale, un video, che mostra una scena esaustiva: si vede, infatti, uno studente che vessa la vittima, gli tira calci e lo minaccia con una sedia.

Oggi è divenuto quasi una moda filmare la vittima e il suo o i suoi aggressori in un video. In genere questi video, girati da bulli o loro sostenitori, finiscono in rete. Probabilmente è un modo per sentirsi più forti o per 'divertirsi' sui più deboli. Per fortuna questa volta il video è stato girato da uno studente che non ha assistito in modo indifferente alla scena di bullismo e non ha voluto appoggiare il gruppo prevaricatore.

Il video che "incastrerebbe" i bulli

Si tratta di un video che trasmette tristezza e sdegno all'opinione pubblica. In genere da un video di classe ci si aspetta di vedere ragazzi che festeggiano un compleanno, giocano, organizzano un evento, un'assemblea. Ma la realtà a volte ci mostra i suoi lati oscuri e in questo caso, come direbbe Pirandello, le "caverne dell'istinto" di giovani adolescenti.

Tuttavia, come ci informa ancora Repubblica, nel video, oltre agli atti di prevaricazione, si sentono come da sottofondo le voci di due compagni che riprendono la scena per "incastrare" i bulli una volta per tutte.

L'agenzia Ansa riferisce che il 7 aprile scorso la madre del ragazzo vittima di bullismo ha ricevuto da un amico del figlio il video in questione nella chat di WhatsApp.

La madre ha chiesto poi spiegazioni al figlio che le ha confermato timidamente le azioni di violenza ricevute.

I genitori arrabbiati non sono rimasti inermi a guardare, hanno sporto denuncia e mostrato il video alle autorità competenti. Ora gli inquirenti stanno indagando sul caso.

L'avvocato

A occuparsi del caso è anche l'avvocato Giovanni Montagna che ha coadiuvato i genitori della vittima nel presentare un esposto alla Procura di Lecce.

Per l'avvocato la giovane vittima ha un carattere introverso, timido, non parla molto di se stesso, specialmente ai suoi genitori. La madre della vittima si era accorta da mesi dei lividi apparsi sul corpo e sulle gambe del figlio. Il ragazzo, per natura e perchè stordito e umiliato, non aveva mai riferito ai suoi genitori di essere stato vittima di episodi di violenza, di essere stato deriso dai suoi compagni di classe o di non vivere serenamente le giornate in classe. Il ragazzo si era sempre distinto con ottimi voti a scuola nelle diverse materie, ma la sua performance scolastica cominciava a calare dall'inizio dell'anno scolastico. Già da allora subiva atti vessatori. "I bulli usavano la sua maglia come cancellino per la lavagna" avrebbe dichiarato lo stesso diciassettenne.

Con la denuncia, la scuola si è mostrata pronta a collaborare con la Procura, con l'intento di intervenire con appositi provvedimenti, dopo che saranno accertate le responsabilità sul caso.

Questa storia insegna a tanti giovani che dei bulli non bisogna essere complici, ma avversari.