Ad un pugno di settimane dall'apertura dell'Expo 2015 del capoluogo lombardo è stato presentato -in queste ore- il fiore all'occhiello dell'economia italiana, del buon gusto e del vero made in Italy: il vino.
Al grande evento non sono mancati il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina; il progettista del padiglione architetto Italo Rota, che ha potuto sbizzarrirsi su uno spazio disponibile di ben duemila metri quadrati; Riccardo Cotarella, presidente del Comitato scientifico (che ha partecipato al progetto) del ministero delle politiche Agricole per il Padiglione del vino; il commissario generale del Padiglione Italia, Diana Bracco; Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere ed il suo presidente Ettore Riello.
Ad avere il piacere di avviare i lavori è stato il noto critico d'arte Philippe Daverio. E geniale è stata l'idea di abbinare l'arte al cibo dato che Bacco (per gli antichi romani, Dioniso per l'antica Grecia) appartiene soprattutto a pittori e scultori italiani. A moderare gli interventi ci ha pensato Roberto Arditti, direttore Affari Istituzionali di Expo 2015.
L'elenco dei vitigni diffusi sulla nostra penisola è lunghissimo. E per evitare di penalizzare non pochi produttori vale la pena soffermarsi su qualche dato economico. Secondo la Coldiretti nel 2014 il vino italiano ha fatturato oltre 9 miliardi con un aumento delle esportazioni (nonostante l'embargo russo) del +1,4%.
I mercati che apprezzano il vino italiano non sono più solamente europei e statunitense, bensì pure asiatici e indiani.
Le vendite sul territorio nazionale sono scese-a causa della persistente crisi economica, ma non è invece sceso il numero degli ordinativi dall'estero. Va tuttavia sottolineato che questo è anche dovuto al calo del valore dell'euro rispetto al dollaro.
Quindi, un aumento delle esportazioni che fanno comodo alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Attualmente si calcola che gli addetti siano più di un milione e senza considerare tutte le imprese dell'indotto e al settore della pubblicità. Nei primi due mesi di quest'anno è già stato registrato -in confronto allo scorso anno- un aumento delle vendite del +2%. Una manna per il governo Renzi e la sua politica.
E pensare che la vite è una pianta le cui origini appartengono all'India per poi diffondersi in tutta l'Asia prima di mettere le proprie radici nel bacino Mediterraneo.
E fantasiose ed altrettanto suggestive sono le leggende che trovano in Adamo la prima conoscenza della vite. Mentre, secondo una certa tradizione ebraica il frutto proibito del paradiso terrestre sarebbe una vite e non il melo.
Tuttavia, tra pratiche religiose e vino, gli studiosi tra l'Egitto, gli Ebrei, gli Arabi i Fenici, ed i Greci danno la presenza della vite in Sicilia nel 2000 a. C. per poi diffondersi nel resto d'Italia con i Sabini e gli Etruschi.
Nei tempi più vicini a noi la pianta rischiò di scomparire a causa di diversi parassiti di provenienza nordamericana e la più diffusa e devastante era stata individuata con la peronospora.
Durante tutto il periodo dell'Expo 2015 i produttori di vino si contamineranno con la musica, la moda ed i libri.