Il freddo, la forte e penetrante umidità che attanagliano Milano da inizio dicembre irrigidiscono tutti. Anche i comuni passanti che affollano le strade 'riscaldati' dalla corsa per le ultime compere natalizie, prima di fuggire al calduccio di casa o di una accogliente caffetteria. Figuriamoci l’effetto di questo freddo su chi una casa non ce l’ha e che osserva, perseverando nello stare all'aperto, tutto questo andirivieni.

Ma Milano, città apertissima alla solidarietà grazie alla forte rete di associazionismo privato che affianca Palazzo Marino, si muove.

Il CASC – Centro Aiuto Stazione Centrale gestito dal Comune (in via Ferrante Aporti 3, all’incrocio con Viale Brianza) lavora a pieno regime come punto di orientamento per chi si trova in difficoltà, ed è il centro dove tutti possiamo indirizzare chi non ha un tetto o necessita di assistenza. E’ aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 24 (sabato e domenica dalle 9 alle 24) e risponde allo 02 88447648. La cosa più difficile è però spesso convincere il senza tetto - soprattutto chi vive un disagio relazionale o psicologico - a chiedere aiuto e farsi aiutare.

Milano per l'emergenza freddo

Al CASC si ascolta la persona che vi si presenta, si orienta chi cerca un posto dove andare a mangiare o lavarsi (794.458 i pasti e 66.501 le docce erogati nel 2015 solo da Opera San Francesco per i Poveri, per citare una delle realtà socialmente attive).

Ma soprattutto - in questo periodo di freddo - al CASC si assegna un posto nei centri di accoglienza diurna o notturna disponibili nelle varie zone della città. Il Comune di Milano ha previsto infatti ben 2.700 posti letto a notte per il suo piano antifreddo 2016/17 nei diversi centri di accoglienza gestiti in collaborazione con il vivacissimo Terzo Settore.

Senza contare l'ospitalità a profughi e migranti che si sta svolgendo ormai da alcuni mesi nell’Hub di via Sammartini (gestito da Progetto Arca Onlus insieme a Fondazione AVSI) o, più di recente, presso la Caserma Montello (centro affidato a Fratelli di San Francesco),

A prestare inoltre un primissimo soccorso sul posto e far sentire vicinanza umana ai senza dimora nel freddo delle notti invernali milanesi ci sono le unità di strada della Croce Rossa italiana - Comitato di Milano (per segnalare un senzatetto crimilano.it), quelle dei City Angels e ancora di Progetto Arca e di MIA (Milano in Azione) che distribuiscono coperte, sacchi a pelo, indumenti caldi provenienti da donazioni (oltre 22.500 i pezzi donati a questo scopo nella giornata di raccolta di fine ottobre, 28.000 in quella di novembre), kit per l’igiene personale, bevande calde e altri generi di conforto, anche su richiesta, oltre naturalmente ad una parola amica.

A ciò si aggiungono le visite e l'assistenza sanitaria sul posto da parte delle unità mobili dei Medici volontari di strada.

Milano oltre il primo soccorso

In città si sta mettendo in cantiere anche un progetto per andare oltre l'ospitalità notturna nel periodo più freddo, come il co-housing. E' questa l'innovativa formula che sta sperimentando da dicembre Fondazione Progetto Arca Onlus - realtà che da oltre vent’anni si occupa di primo aiuto alle persone in difficoltà, con finalità anche di integrazione sociale. Si tratta di accoglienza di persone senza dimora in appartamenti in condivisione: una forma di coabitazione abbinata a servizi di cura e di supporto socio-sanitario. Il progetto, al momento, sta mettendo a disposizione quattro alloggi in zone diverse della città di Milano per dare una casa a 20 persone adulte senza dimora, individuate proprio con il CASC. L’obiettivo, oltre a offrire un tetto, è quello di provare a fare intraprendere un’esperienza di autonomia abitativa che responsabilizzi e dia una speranza concreta di ripresa.