Si è aperta a metà marzo la mostra su Wassily Kandinskij e il cavaliere azzurro, che si protrarrà fino al 9 luglio presso il mudec di Milano.
L'esposizione si propone di coinvolgere il visitatore nel viaggio sia reale che metaforico affrontato dal giovane artista a cavallo tra la fine del XIX° secolo e l'inizio del XX°. Il percorso si compone di cinque sale riccamente allestite più una parte di percorso espositivo esterno che funge da introduzione al visitatore, dove è stata esposta la biografia del pittore e alcuni oggetti che lo hanno ispirato.
Nella prima sala al visitatore vengono presentati i tratti ispiratori del giovane artista, dapprima studioso di legge e poi sempre più appassionato all'etnografia ed al folclore. Dai suoi viaggi nella repubblica dei Komi e nel governatorato di Vologda matura l'amore per il colore e l'avversità per la forma, che ritiene svincolati tra di loro. Ciò si desume osservando soprattutto gli oggetti di uso quotidiano (i lubki) dei contadini di quelle zone.
Nella seconda sala lo sguardo viene colpito dall'opera principale della mostra: il Cavaliere Azzurro o San Giorgio con il drago. In questo dipinto ritornano alcune caratteristiche dell'opera kandinskiana: il tema del cavaliere, molto caro all'artista, sia per un richiamo all'infanzia che per il tema favolistico; l'uso del colore pastello che richiama i toni delicati della fanciullezza e le costruzioni sullo sfondo che ricordano i tetti di San Pietroburgo.
Nella terza sala si approfondisce il vissuto dell'artista, in particolare il primo periodo della sua vita, che lo ha segnato particolarmente: a cinque anni i genitori divorziano e lui continua a vivere accudito dai membri della famiglia di sesso femminile, in particolare la nonna, di origine baltica, che gli trasmette molte storie e leggende popolari (lubok).
In questa sala vale la pena di soffermarsi maggiormente, sia per ammirare il Porto di Odessa, suo primo quadro ad olio, che il più simbolico Mosca. Piazza Rossa. In questa sezione si comprende appieno il radicamento nella terra e nella città natale e materna "dalle pietre bianche e dalle cupole d'oro" dell'artista russo.
Nella penultima e più ampia sala si viene accolti dalla seconda installazione virtuale interattiva curata da Giuseppe Barbieri, responsabile del progetto di allestimento multimediale.
Essa consiste di un grande schermo interattivo che racconta sei delle opere di kandinskij esposte, attraverso scomposizioni e ricomposizioni delle stesse, accompagnate dalle musiche preferite dall'artista, in particolare quelle di Schonberg. Il resto della sala ospita opere riconducibili al mondo della musica per titolo e contenuto: impressioni, improvvisazioni e composizioni non mancano neanche nel resto della mostra.
L'ultima sala ospita la terza installazione multimediale ideata dal Barbieri: una stanza sonora composta da un pannello collegato ad un sensore di movimento: quanto più il visitatore si avvicina e si muove, tanto più l'immagine sullo schermo e la musica di sottofondo cambiano.
Concludendo, la mostra vale la lunghissima attesa in coda, nonostante qualche doverosa lamentela sull'organizzazione, ma certamente chi desideri ampliare la propria conoscenza sul padre dell'astrattismo non ne rimarrà deluso.