Alla fine dello scorso febbraio è approdato nelle sale italiane "T2: Trainspotting 2" il sequel del cult-movie del 1996 diretto da Danny Boyle.

La Trama: si assiste allo sviluppo delle storie dei quattro protagonisti vent'anni dopo le vicende descritte nel primo film: Mark torna a casa dopo essere scappato col malloppo ad Amsterdam e sembra felice nella sua ritrovata borghesità, ma presto si scopre che non è così entusiasta come potrebbe apparire; il lavoro va male, la moglie lo sta lasciando e i due figli di cui enuncia fiero i nomi non esistono nemmeno.

Non solo: dopo essere passato dalla casa genitoriale, dove scopre con enorme amarezza che la madre è morta anni prima sperando strenuamente che lui tornasse a casa, va a trovare l'amico Spaud, tossicodipendente dall'animo puerile che sta cercando di farla finita dopo una vita di fallimenti, e grazie a Mark non riesce neanche a morire.

La banda non è ancora al completo: manca Danny Boy, che è diventato il protettore di una prostituta, Victoria, con la quale è d'accordo per ricattare, girando video porno, ignari avventori facoltosi. Mark lo trova nel fumoso bar che gli hanno lasciato i suoi e scatta una rissa che finisce apparentemente a vino e taralli, ma Danny è risoluto a cercar vendetta. Ed ecco entrare in scena l'ultimo e non esattamente gradito protagonista della storia: Bagpipe.

Costui, mentre passa bruscamente da una dipendenza ad un'altra, scappa dalla prigione e dall'ospedale per capitombolare in casa propria di notte e cercare di arrabattarsi rubando ed insegnando il mestiere al proprio figlio, di cui si legge la disapprovazione negli occhi.

La situazione si evolve in stile guardia e ladri: Danny Boy sguinzaglia Bagpipe contro Mark, il quale non immagina fino alla fine che il suo vecchio amico stia facendo il doppio gioco contro di lui, e anzi crede nel suo progetto di allestire un postribolo di lusso nel vecchio pub al punto da infilarsi in una festa di estremisti nostalgici per fare incetta di portafogli.

In tutto ciò c'è spazio per un sacco di nostalgia e amarezza per una vita vissuta male, rimpianti e una noia volutamente mortale. Sono due le voci fuori campo che aiutano lo spettatore a ricostruire i fatti: quella di Spaud che mette per iscritto tutti gli avvenimenti degli amici di siringa, e quella di Victoria, la straniera estranea ai fatti e per questo in certa misura distaccata dall'intrico delle vicende.

Quest'ultima sarà l'unica a trionfare su tutti, ripetendo la scena finale del primo film: scappa con metà malloppo e torna nella patria natìa, dove la aspetta il sole, gli affetti veri e forse una nuova vita. A Spaud spetta l'altra metà della somma, con cui forse questa volta cercherà di riguadagnarsi l'affetto della moglie e del figlio.