Venerdì, 8 novembre è stato presentato a Milano il modello del lanciatore spaziale Vega. Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano con l'allestimento di Vega, in scala 1:1( 30 metri di altezza e tre metri di diametro), diventa uno dei pochi luoghi al mondo dove è possibile ammirare razzi vettori identici a quelli utilizzati nei lanci spaziali. L'area espositiva è stata allestita negli spazi esterni del Museo dove il modello di Vega è stato collocato accanto a quello del sottomarino Enrico Toti. Entrambi rappresentano degli esempi di tecnologia in sintonia con lo skyline della città meneghina contribuendo ad affermare l'elevato profilo paesaggistico e culturale del capoluogo lombardo.
L'inaugurazione è stata caratterizzata da immagini dinamiche e infografiche che hanno raccontato le differenze tecnologiche dei lanciatori Vega rispetto ai più importanti lanciatori presenti, passati e futuri nonché le fasi di cui si compone il lancio.
#vegagoestomilan Una replica fedele del modello in scala 1:1 del lanciatore europeo #Vega #VV01 al @Museoscienza - Oggi pomeriggio l'inaugurazione ufficiale. https://t.co/JIPL5MKzQJ @Avio_Group @ASI_spazio #Arianespace #CNES pic.twitter.com/KGcV0MwHtN
— ESA_Italia (@ESA_Italia) November 8, 2019
Le caratteristiche di Vega
VEGA, acronimo di Vettore Europeo di Generazione Avanzata, è un lanciatore spaziale a corpo unico e senza booster laterali. È composto da quattro stadi e da un Payload Fairing in cui sono custoditi i carichi utili, cioè i satelliti da portare in orbita.
È un razzo vettore, esempio della tecnologia aerospaziale made in Italy, caratterizzato da un'ampia flessibilità e dalla capacità di mettere in orbita vari carichi contemporaneamente( payload) posizionandoli su orbite differenti, questa caratteristica è difficilmente riscontrabile nei lanciatori della stessa classe. La flessibilità è dovuta alle dimensioni e ai quattro stadi di propulsione( i primi tre stadi permettono al lanciatore di vincere la forza di gravità raggiungendo la quota desiderata; il quarto stadio ha il compito di controllare l'assetto e la traiettoria del razzo vettore e di rilasciare il satellite).
L'obiettivo della flessibilità è di natura economica perché gli consente di essere poco dispendioso e di non precludere il lancio alle piccole-medie imprese o alle Università oppure agli enti di ricerca garantendo alle imprese e agli enti europei una possibilità di accedere allo Spazio con un risparmio di circa il 15%-20%.
Vega, esempio di collaborazione internazionale nel comparto aerospaziale
È uno degli esempi del primato della tecnologia made in Italy in campo internazionale ed è una testimonianza significativa della cooperazione tra imprese italiane ed imprese europee perché al progetto hanno partecipato Francia, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera e Svezia. La collaborazione tra partner nazionali e partner stranieri è fondamentale per superare le Colonne d'Ercole della ricerca e delle esplorazioni spaziali e spingere i confini delle future missioni umane sulla Luna e intorno ad essa a contribuire alla rivoluzione scientifica, culturale ed economica che avverrà nello Spazio. Una Space Economy basata sull'estrazione mineraria, sul turismo e sulla ricerca scientifica rafforzerà ed amplierà le conoscenze sul nostro Pianeta e sullo Spazio.