Studenti contro il sessismo: si tratta degli studenti dell'ultimo anno del Liceo Classico Zucchi di Monza, che il 10 novembre sono andati a Scuola in gonna per protestare contro la sessualizzazione delle compagne tramite il vestiario e per la libertà di espressione di genere.

L'iniziativa, a cui è legata una pagina instagram e l'hashtag #zucchingonna, è nata l'anno scorso ed è stata ispirata da alcune azioni di sensibilizzazione nate all'estero.

Sessismo è anche imporre ai ragazzi il maschile tossico

Sono troppi gli stereotipi di genere trasmessi agli e alle adolescenti.

Il femminismo e le sue varie ondate hanno sensibilizzato al tema della libertà femminile, ma si parla ancora poco della libertà di espressione di genere dei ragazzi. Ancora oggi, viene trasmesso un modello di mascolinità stereotipata, che esclude l'emotività e la sensibilità. I ragazzi sono spinti a reprimere i propri sentimenti, a indossare un vestiario commercializzato per un pubblico maschile, e a tenere i comportamenti che la società "richiede" dai nati maschi.

Spesso, i ragazzi che non aderiscono a questo modello vengono derisi e subiscono discriminazioni simili a quelle rivolte alle persone LGBT. La pressione sociale rivolta ai ragazzi li spinge verso una performance di mascolinità tossica, che talvolta può portare al bullismo e a microaggressioni, quando non ad atti di violenza esplicita, verso le ragazze, le persone LGBT, e verso altre minoranze a rischio di discriminazione.

Nascita dell'iniziativa: Spagna e Scozia contro gli stereotipi

È stato il docente spagnolo Jose Piñas a lanciare l'iniziativa, postando una sua foto in gonna scattata a scuola, durante una lezione.

Non è l'unica iniziativa in Europa: all'iniziativa di Jose risponde una scuola primaria in Scozia, che chiede ai genitori degli alunni e ai docenti di riproporre l'iniziativa.

Binarismo del vestiario e oppressione per studenti non binary

Il tema del non binarismo è molto sentito ed è recentemente arrivato anche ai grandi e ai piccoli schermi. La terza stagione di Sex Education, serie tv di successo proposta da Netflix, mostra uno studente di genere non binario, alle prese con una novità sgradevole a scuola: una divisa scolastica differenziata per maschi e femmine.

Nella serie Tv, i compagni di scuola affiancano Cal, questo è il nome del personaggio non binary, in una battaglia contro l'uniforme obbligatoria.

A volte, anche quando una vera uniforme vera non c'è, gli studenti di entrambi i sessi che hanno un'espressione di genere non conforme sono vittime di aspettative sociali che provengano sia dagli adulti (docenti e personale scolastico), sia dai compagni di classe e di scuola. Talvolta si tratta di studenti transgender e non binary. In altri casi, invece, si tratta semplicemente di adolescenti insofferenti agli stereotipi e al binarismo di genere, che li fa continuamente sentire "sbagliati".

Iniziative come quella dei ragazzi in gonna contro il sessismo fanno invece sentire questi studenti accolti in un ambiente confortevole e familiare e contribuiscono all'inclusione delle soggettività non conformi.

Gonna e docenti: le reazioni agli studenti contro il sessismo

La Preside dello Zucchi elogia i suoi studenti, invitandoli a incontrare, nello sguardo delle compagne, il loro mondo interiore. Nel mondo della scuola non troviamo solo condanne al sessismo e agli stereotipi: se esiste un'avanguardia, esiste anche una retroguardia. La notizia è stata infatti commentata negativamente da alcuni personaggi del mondo della politica, quando non da altri insegnanti.

Conclusioni

Gli studenti del Liceo Zucchi hanno mostrato coraggio, esponendosi a possibili critiche e alla possibilità di essere loro stessi vittime di sessismo e reazioni a valanga dopo l'esposizione mediatica. Sono sempre più i coming out LGBT e in particolare non binary alle scuole superiori, e atti come questi sensibilizzano studenti ma anche personale scolastico all'inclusione. Il Liceo monzese dà un forte segnale di essere progressista e un porto franco per le soggettività non conformi alle aspettative sociali.