Erano le 8:10 del 8 ottobre 2001, molti in quella mattina si stavano preparando per andare a lavoro, alcuni stavano facendo colazione, altri si erano appena svegliati, ma questo giorno è rimasto impresso nei nostri ricordi perché esattamente venti anni fa avveniva il disastro aereo più grave registrato nella storia italiana.

Stiamo parlando della strage avvenuta a Milano nell’aeroporto di Linate e l'8 ottobre 2021, a venti anni dall’accaduto, la città ha reso omaggio alle 118 vittime scomparse tragicamente nello schianto.

La ricostruzione e il dubbio di terrorismo

L’incidente vide coinvolto un Cessna Citation CJ2 privato diretto per Parigi con un McDonnel Douglas MD-87 della compagnia aerea Scandinavian Airlines diretto a Copenaghen.

Il primo aereo, entrato erroneamente nella pista di decollo principale dell’aeroporto milanese, investì il MD-87 durante la sua fase di decollo dirottandolo verso un edificio adibito allo smistamento bagagli.

Lo scontro provocò un incidente che vide 118 morti tra cui quattro passeggeri del Cessna, 110 del volo della Scandinavian Airlines e quattro addetti ai bagagli.

Inizialmente il disastro, avvenuto a meno di un mese dall’attentato aereo dell’11 settembre alle Torri Gemelle di New York venne attribuito a una presunta operazione terroristica, ipotesi successivamente smentita perchè dalle indagini emerse che l’incidente fu causato da una serie di errori come la presenza di una segnaletica vecchia e non a norma, la presenza di radar a terra non operativi ma anche condizioni di scarsa visibilità.

L'inchiesta infatti, rivelò che nè i piloti nè il Cessna, date le condizioni climatiche avverse, avrebbero dovuto atterrare e decollare a Linate quel giorno: non erano autorizzati a operare con una visibilità inferiore a 550 metri.

Altro problema furono i ritardi dei soccorsi che hanno impegnato ad arrivare sul luogo dell'incidente otto minuti ad arrivare invece che due.

Le accuse

Il 13 marzo del 2003 furono rinviate a giudizio 11 persone con l’accusa di concorso in disastro colposo e concorso in omicidio colposo plurimo.

Gli accusati erano una serie di responsabili dell’Enav, dell’Enac e della Sea.

Successivamente al processo di appello si arrivò con 8 persone che ebbero pene tra i 2 anni e 8 mesi fino ai 6 anni e 6 mesi e tre imputati assolti.

Pasquale Padovano, il sopravvissuto

Tra le 118 vittime un unico sopravvissuto all’incidente: Pasquale Padovano, l’ex addetto ai bagagli, che riportò ustioni sull’85% del corpo subendo, da allora, più di cento operazioni. “Sono il morto numero 119 perché senza libertà si muore” ha detto Pasquale all’Agi.