Ventata di novità in casa Citroën, che sembrerebbe intenzionata a portare nuovamente in vita una icona del marchio: la Méhari. La "spiaggina" (così veniva chiamata in quegli anni) era un modello destinato ad un utilizzo prevalentemente estivo, visto il tetto in tela e la struttura che non riparava da intemperie come freddo e pioggia. Ma anche agricoltori e piccole imprese di periferia si sono interessate alla versatilità del mezzo, che disponeva di un buon vano di carico al posteriore e che non necessitava di grandi costi di manutenzione. La meccanica invece derivava dalla celebre 2CV, modello passato alla storia come una delle auto più apprezzate del brand francese.

La Méhari venne costruita in 150 mila esemplari tra il 1968 ed il 1987 e potrebbe tornare in vita dopo quasi 30 anni di assenza grazie al volere del CEO Linda Jackson. E' lei ad aver dichiarato l'intenzione di rilanciare un'immagine di Citroën che punti al divertimento e alla felicità, intesa come sensazione percepita dai guidatori che si mettono alla guida delle citycar del brand.

Oggi le vecchie Méhari sono auto abbastanza ricercate, specialmente nelle località di mare più "in" dove questo modello è attualmente molto in voga, grazie al richiamo classico ed al retrogusto vintage che tanto piace ai giovani.

I primissimi prototipi erano dotati di carrozzeria in pannelli ABS lisci, mentre dopo il periodo di collaudo la scelta ricadde su pannelli zigrinati e nervature fitte orizzontali, anche per rendere più rigido il corpo vettura.

Queste caratteristiche, oggi insufficienti per lo standard di sicurezza richiesto in fase di omologazione, saranno quindi sostituiti con soluzioni in grado di riparare guidatore e passeggeri in caso di incidente. Nessuna informazione per quanto riguarda la propulsione, che probabilmente sarà in linea con le motorizzazioni HDi (frutto della collaborazione con Peugeot) e che oggi sono tra i motori più apprezzati sul mercato visto il consumo ridotto e l'alta affidabilità dimostrata.