Ancora gli anni 70! Ancora lo spettro di Giacomo Agostini e compagni. Non che dia fastidio, ma, di tanto in tanto, sembra che tutto quello fatto finora nel mondo delle Moto non abbia molto senso. Come se le forme reali, quelle perfette, vivessero in quegli anni. Solo in quegli anni! Come se l’odore acre della plastica dei motori di oggi o il loro silenzio non avesse più molto senso.

Fascino e cuore dovevano trovarsi vicino alle mani impiastricciate d’olio o nella benzina che inondava le narici. Così, ancora una volta sul sito di The Bike Shed, un’altra “Motocicletta”, un’altra italiana. E anche se non si tratta della più pregiata, della prima scelta, è pur sempre una LAVERDA. I successi della 1000 e della mitologica 750 SF avevano lasciato un vuoto alle medie cilindrate. Ecco spiegata la 500, il suo bicilindrico di 500cc e la sua testata ad 8 valvole. Le caratteristiche tecniche e di prestazioni, associate ai suoi appena 175 kg di peso la conferivano un’ottima tenuta di strada, una ripresa scattante e  una frenata in linea con le sorelle maggiori.

Qualcosa di simile era successo con l'Honda CB125 di Valen Zhuo.

XTR Pepo e il suo sogno - Lui si chiama Pepo e lavora in un garage a Madrid, si era fatto conoscere con la sua Radical Ducati. Le sue sono moto sui generis come la CB750 di Vibrazioni Art Design. Sul sito di Bike Shed è riuscito a portare le sue creazioni per ben tre volte. Singolare come l’ispirazione per una simile moto gli sia venuta da una rivale storica di  Laverda – almeno in quegli anni. “Un giorno – dice lo stesso Pepo - stavo navigando sul web quando ho visto l’immagine di una superba Laverda SFC pronta per gareggiare in un gare endurance. Mi ha toccato e mi ha fatto ricordare quando ero un Panthista (guidavo una Ducati Pantah) e il nemico da battere era la Laverda Montjuic..Pepo continua:”La Montjiuc era una moto davvero unica e rara, a quel tempo non ne vedevi una per strada…erano tutte nelle gare.

Era molto più corsaiola della Pantah, molto più selvaggia…terribilmente rumorosa come un megafono. Una moto senza compromessi. Era estrema!”

Si fa quel che si trova - Con una presentazione simile stupisce che Pepo non abbia mai avuto prima nelle mani una Montjiuc. Trovata, però una Laverda Alpino 500 del 1978, Pepo ha deciso di inventare un amico al suo nemico di sempre. Il telaio è stato ampiamente modificato per facilitare il sistema posteriore di sospensione a sbalzo. Nel resto della moto si trova molto. Un Suzuki Bandit 600, e ovviamente il sistema frenante Brembo di una Ducati Monster 1000.