Anche se trovare dettagli tecnici su questa creatura, frutto della mente e delle mani di Oberdan Bezzi risulta praticamente impossibile, la Suzuki GS 1100 G “Yellow Weapon” – letteralmente “arma gialla” – vanta già un’imitazione da parte di un noto garage portoghese. In tutta franchezza, l’originale GS 1100 da cui la Yellow Weapon deriva, non era stata un cult negli anni in cui è uscita, nonostante i suoi 100 cavalli motore – numero più che considerevole per quegli anni – e la trasmissione cardanica, non aveva riscosso la stima di tutti. Complici anche del flop di quella Moto, furono le prestazioni non esaltanti per una Suzuki.
La creatura di Bezzi
Nonostante i presupposti, Oberdan Bezzi ha deciso di puntare molto sulla giapponese, senza neanche cambiare più di tanto l’essenza della moto. La semplicità, seppur banale dirlo, è sovente foriera di equilibrio ed eleganza, basti guardare la Yamaha XJR1300 Skullmonkee. Così, la semplificazione messa in atto da Bezzi, ha messo in risalto delle forme pulite ed eleganti, ma allo stesso tempo aggressive e maliziose.
Dettagli che valorizzano le forme
In prima istanza, la moto ha carene più corte al posteriore. Ora la coda finisce sulla ruota. L’avantreno più basso e i semi-manubri rivolti in giù sono di stampo corsa anni '70 e fanno gran parte di questa motocicletta. Posteriormente, a dar man forte allo spirito “café race” di questa Suzuki, gli ammortizzatori a gas.
Dischi e pinze si sono adattati al nuovo spirito della moto e sono decisamente più pronti e “in tinta” col resto. La frenata risulta, dunque, più sicura anche a velocità elevate.
I cerchi rimangono quelli di serie della GS 1100 e ci stanno bene. Il rumore della Weapon è robusto e adatto al nuovo look, ma è possibile circolare senza andare incontro alle maledizioni dei viandanti.
Ai carburatori sono stati sostituiti i filtri.L’elemento forte della Weapon, il serbatoio, rimane quello di serie…colore a parte. Proprio il colore costituisce un altro elemento di forza di questa moto. Il giallo è Suzuki, ma Suzuki cross! Alla mente torna subito Roger De Coster e la sua bambina terribile con la quale vinse 5 mondiali.
Persino le grafiche richiamano quel mondo sterrato, così come il parafango anteriore ridotto ai minimi termini.
La Yellow Weapon rappresenta l’idea base di una café racer. Pochi fronzoli, moto più leggera e sexy dell’originale e soprattutto: “Abbordabile in termine di costi, viste le poche modifiche sostanziali".