Venerdì Volkswagen chiuderà 'l'epoca Winterkorn', anche se a lungo resteranno le conseguenze del Dieselgate. Questo manager ha assunto il totale comando di Vw ad aprile 2015, vincendo il duello contro il dispotico Ferdinand Piëch (nipote di F. Porsche che, nel 1937, fondò la Volkswagen per assecondare Hitler, smanioso di dare un'auto degna al Popolo Tedesco). Dal 2007 Winterkorn guidava la qualità del prodotto Vw e, nonostante Piëch (la cui famiglia è ancora oggi proprietaria del pacchetto azionario di controllo), sono stati anni di successi economici, tecnici ed industriali.

Manager di elevatissime capacità

Sotto Winterkorn, il Gruppo Volkswagen oggi possiede 12 marchi, tutti in buona salute, tra i quali Lamborghini e Ducati. Le vendite sono salite da 6,2 a 10 milioni di veicoli, insidiando il primato di maggior produttore mondiale a Toyota. Fatturato da 109 a 202 miliardi di euro, aumento degli utili del 280%. Numeri incredibili, considerando anche l'onerosa rivoluzione tecnica apportata alla produzione: la piattaforma MQB. Si tratta di questo: in campo automobilistico, i maggiori costi nel progettare un nuovo veicolo riguardano il pianale (circa il 60%). Un buon pianale deve reggere ai crash test, deve essere rigido e non torcersi (altrimenti nascono gli odiati scricchiolii e ci sono problemi nell'affrontare le curve), deve prevedere motori corti, lunghi, longitudinali, trasversali, trazioni semplici o 4x4, batterie per l'ibrido, bombole di gpl o di gas metano.

Deve pesare poco, pur dovendo essere robustissimo. Esso dovrà fare da telaio ad auto corte, lunghe, larghe, strette, spider, berline, suv, station wagon, monovolume etc.

Progetto molto complicato, ma la Volkswagen c'è riuscita per prima, realizzando gigantesche economie di scala. Meno costi e più utili. Quando esordì in Chrysler, Marchionne trovò 34 pianali diversi.

Adesso sono 8 e diminuiranno ancora, perché si tratta di uno spreco industriale non più sostenibile. Si sta cercando di produrre tutte le auto possibili, ma con lo stesso pianale, che deve consentire tutte le varianti necessarie. Un vero capolavoro realizzato da Winterkorn, uomo Audi. Egli stesso è sempre stato un uomo di tecnica, piuttosto che di finanza (anche se ha fatto bene entrambe le cose), ecco perché non poteva non sapere del software truffaldino oggetto dello scandalo.

Al suo arrivo, Volkswagen licenziava 20mila dipendenti in esubero. Adesso i dipendenti sono 600mila e, ogni Natale, ricevono almeno 5000 euro di bonus.

L'Auto del popolo si dà al lusso

I problemi iniziali si chiamavano Phaeton, Bugatti, Bentley e Mini, che erano operazioni deficitarie: le prime tre 'megalomanie' di Piëch, che voleva lanciare 'Volkswagen = L'auto del popolo' nel settore del lusso più sfrenato, creando perdite faraoniche; la quarta (Mini) lasciata in eredità da Peschetsrieder (2000-2006 uomo ex BMW e cugino di Alec Issigonis, creatore della Mini...): marchio in crisi e senza prodotto, fino alla sua vendita a Bmw. Ecco perché nello scorso aprile gli azionisti e la dirigenza non hanno avuto dubbi sul preferire Winterkorn a Piëch.

Il nipote di Porsche venerdì piazzerà un suo uomo al comando del Gruppo (Matthias Müller, numero uno di Porsche), per superare il Dieselgate e gestire le colossali sanzioni economiche e penali in arrivo.