Certo, bamboccioni è un termine coniato qualche tempo fa, ma con la crisi economica si ritorna a parlare di questi figli trentenni ed oltre, che non se ne vanno dalla casa dei loro genitori. E non perché ci sia una reale crisi economica, al di là del reale problema del trovare un lavoro fisso in diversi casi, ma perché non riescono ad investire su sé stessi.

Spieghiamoci meglio. Anni fa le relazioni erano sicuramente più facili per una serie di motivi: mancanza di distrazioni (ora internet ti isola alla grande), più flessibilità negli orari di ritrovo (ora si esce dalle 22 in poi) e soprattutto meno pretese (di soldi o di status symbol appaganti quali l'ultimo i-phone o l'ennesimo tablet).

Questa triade felice portava a una frequentazione dell'altro sesso più serena e meno faticosa. C'era rispetto e l'amore fioriva più facilmente, ci si sposava e finalmente si usciva dalla casa natia per iniziare una vita insieme alla grande.

Ma allora, cari bamboccioni infelici, spegnete i telefonini, uscite dalle tane all'imbrunire e guardatevi intorno: quante belle persone potete incontrare nei posti meno ricercati quali librerie, mercatini dell'antiquariato e, perché no, un corso di salsa? A volte per smettere di essere dipendenti da mamma e papà, basta davvero poco.