Nell’anno Mille i tremanti e timorati contadini attendevano il giudizio universale brandendo contro il cieco fato ringhianti forconi; nell’anno Duemila il “Millennium Bug” insinuò nell’animo umano lo stesso terrore di sterminio immotivato. Oggi, epoca cupa più d’ogni altra, dopo dodici anni dall’ultima certa catastrofe appurata come necessaria ma mai avvenuta, un nuovo timore si è diffuso in maniera virale. Si tratta della fine del mondo profetizzata per il 21 Dicembre 2012.

Le fonti di questa oscura ed inquietante informazione, genitrice di isteria, in alcuni, e di ilarità, in altri, proverrebbe dal calendario Maya, l’audace popolo dalle spiccate capacità astronomiche e inclinazioni divinatorie, che, reinterpretato in chiave moderna, avrebbe preannunciato la fine del mondo in corrispondenza di tale data.

Benché questa affermazione abbia suscitato innumerevoli perplessità da parte di studiosi delle popolazioni mesoamericane (a cui i Maya appartenevano) e abbia riscosso le veementi contestazioni del mondo scientifico, sostenitore della tesi secondo cui il 21 si verificherebbe un innocuo episodio di allineamento di pianeti, il panico non s’è assopito affatto, fomentato sempre più dai colossi che ne traggono benefici.

Forse nell’osannato giorno, dedicarsi ai film disastrosi proposti da ogni emittente potrebbe rendervi suscettibili e “nostradamiani”. Allora come sopravvivere allo spavento generale, immuni da nevrosi? Ironiche soluzioni vengono presentate dalle compagnie di viaggio che intendono far trascorrere un sublime ultimo giorno sulla Terra al comune mortale.

Per coloro che prediligono come ultimo desiderio il totale abbandono al piacere, sono stati pensati i voli low cost e, soprattutto, un pernottamento gratuito in uno dei lussuosi hotel messicani in Cancun, sede dell’ormai scomparsa etnia seminatrice di sgomento; mentre, per gli ancora speranzosi in una salvezza, sono stati messi a disposizione bunker in ogni parte del mondo (America, Spagna, Norvegia).

Sia che abbiano ragione i catastrofici - che, spesso, vedono nella fine una sorta di consolazione  animata anche dalla consapevolezza che, per una volta, non si è soli - sia che l’abbiano gli scettici -che comprendono che non è necessaria una causa esterna per scagionarsi dal declino mondiale che sta avvenendo per opera dell’uomo - ci si auspica che, superata la celebre giornata, ritorni in auge la fiducia in se stessi e l’umanità insabbiata dal tempo.