Le donne vivono un momento difficile nella società odierna, ancora di più le giovanissime. Tanti i casi di giovanissime ragazzine non solo violentate da coetanei, drogati o ubriachi, in assoluta capacità d'intendere e di volere, ma che dopo l'accaduto, come una bravata di poco vedono su Facebook foto e video della violenza.

Ma come crescono questi giovani uomini? Sono giovani dotati solo di poco rispetto per le donne e come nelle peggiori civiltà degradate si autorizzano, con una prepotenza violenta, a commettere atti inauditi e senza giustificazione alcuna, sulle coetanee malcapitate che sono state costrette a conoscerli e vivere dolenti e non volenti fianco a fianco a questi criminali.

Non sono casi di femminicidio, questo è un altro tipo di fenomeno, la brutalità di questi giovani sbandati capaci di tutto,  si esprime come nel film di Kubrick, ma forse non hanno capito che la loro azione non è un film, sono di una bestialità di atti e pensieri che non hanno senso, e, invece in molti casi addirittura non fanno neanche carcere.

Il caso della piccola Carmela del 2007 non è isolato: suicidatasi per non aver retto al dolore e alla vergogna seguita alla violenza a cui non si è applicata una giustizia vera, che ha portato l'adolescente a una profonda depressione e a una dolorosa agonia con l'epilogo ancora più  terrificante del suicidio della vittima.

Nelle librerie della sua vicenda troviamo un fumetto scritto e pensato da Alessia Di Giovanni e Monica Barengo, edito da Beccogiallo, 160 pagine, Io so' Carmela basato sul suo diario ritrovato dopo la morte della ragazzina pugliese.

Una cosa si auspica e si pretende dalle istituzioni, che la mala gestione delle forze dell'ordine e della psicologa con cui ha avuto a che fare Carmela, che hanno sottovalutato il caso, non accada più.

Ma non è la sola ad avere provato tutto ciò, i casi provengono da tutte le parti del mondo, ma questo non può mettere pace ai cuori disperati dei genitori di queste giovani vittime, che escono e si ritrovano davanti gli occhi spavaldi  e i sorrisi beffardi di questi criminali irrispettosi nell'ostentare la loro noncuranza dell'accaduto.

Storie di ordinaria follia che stanno verificandosi da un capo all'altro del mondo, non c'è giorno che non finiscono sul giornale questi "bravi ragazzi". Bravi ragazzi? Sì, stranamente quando si chiede in giro di loro dicono tutti che "erano dei bravi ragazzi", e la giustizia anziché rinchiuderli in carcere, perché possono reiterare il reato, li rilascia

Le ragazze, invece,  prese di mira da altri ragazzi o da questi stessi contro cui non è stato fatto dall'autorità nessuna misura restrittiva e punitiva, subiscono pure la gogna mediatica del racconto dell'accaduto su facebook che arrivano a vantarsi della bravata con altri creando tutto un giro di amici dello stesso livello morale che si aggiungono all'azione persecutoria.

Le vittime si ritrovano senza sostegno e si uccidono schiacciate dalla vergogna e dal dolore senza pace per il momento vissuto.

Assurda la ripetitività del fatto dopo la ragazzina suicidatesi perché presa di mira da un gruppo di ragazzi che ripetutamente l'hanno offesa e messo foto di lei per una serata di festa ossessionandola per un gesto banale di gioventù, facendola giungere ad un gesto estremo, altri casi diversi di violenza di gruppo in classe mentre l'insegnante non si accorgeva di nulla, o in discoteca luogo frequentato dalle giovani ragazze che si ritrovano in gruppo pensando di essere tra amici.

Sono tanti i casi dolorosi vecchi e nuovi. Giovane canadese nel 2011, violentata e messa su facebook dai suoi stupratori che avranno divulgato la notizia dell'accaduto, dal momento che pur avendo cambiato paese, altri ragazzi sapendo del fatto continuavano a molestarla e infastidirla chiedendole con frasi offensive approcci sessuali.

Carmela, Valentina e altre, tutte stessa sorte, dopo la violenza carnale e/o i continui ossessivi atti persecutori diffamatori e infanganti di bullismo, compiono gesti estremi per la disperazione di non avere avuto l'aiuto e la forza di superare una tragedia troppo angosciante.

Necessaria una sensibilizzazione urgente per inasprire le pene e per tutelare le giovani che sono a rischio non solo per le violenze. Sono necessari per questi casi che possono avere un epilogo ancora più tragico dopo la violenza, provvedimenti contro chi le ha curate male, e, non si è presa cura del caso come avrebbe  dovuto e le ha lasciate sole, abbandonate dalla giustizia che si è resa complice dei loro carnefici..