Si tratta diun'opera attesa per 40 anni, ungrande investimento pubblico per il benessere e lo sviluppo delle città di Massa e Carrara: è la strada dei marmi, un'infrastrutturaavente lo scopo di convogliare a valle il traffico pesante proveniente dallecave di marmo, senza passare per i centri urbani. "Con la strada dei marmi – affermavaAngelo Zubbani, sindaco di Carrara – la città respira, tutelando al meglio leesigenze dei trasportatori". Sarà anche così, ma in ogni caso la sua faraonicarealizzazione può essere classificata nella categoria "una classica storiaitaliana" fatta di ingenti risorse pubbliche, sprechi, ritardi e appaltinon proprio trasparenti.

La storiacomincia nel settembre del 2003 conl'inizio dei lavori per il "primo lotto" sfruttando fondi europei per 22 milioni di euro. Dal 2006 invecevengono aperti i cantieri per la realizzazione del "secondo lotto" al costo di 97 milioni, soldi pubblici ottenuti attraversomutui accesi dalla giunta Zubbani edalla Progetto Carrara s.p.a., società nata apposta per realizzare la strada dei marmi.

I lavoriprocedono con la solita lentezza in perfetto stile Made in Italy, cioè con continue proroghe della data di consegna, "imprevisti geologici" e "adeguamenti legislativi" che allungano ilprogramma dei cantieri. Poi, nel corso del 2011, hanno un'improvvisaaccelerazione e permettono a Zubbani di inaugurare la strada dei marmi giustodue settimane prima delle elezioniamministrative di Carrara avvenute il 6 e 7 maggio 2012.

Una grande mossapropagandistica che gli ha fatto conquistare il secondo mandato costitutivo.

119 milioni il costo complessivodell'opera: un prezzo alto da pagare, che ha reso Carrara la seconda città più indebitata d'Italia dopo Torino.

Ed è propriosu questi costi enormi che si materializza la frattura nella giunta di centrosinistra di Zubbani.

La "traditrice"è un'esponente dell'Italia dei Valori, Claudia Bienaimè, che coinvolge nellasua battaglia anche consiglieri vendoliani e dei Verdi.

Lo scontrodi vedute si esprime principalmente sugli sprechi di denaro pubblico: la Progetto Carrara, infatti, costava ognianno circa 2 milioni di euro tra spese d'amministrazione e consulenze.

Inoltre,dei 119 milioni totali, circa 4 rappresentavano il "premio di accelerazione" ottenuto dalla Adanti, la dittacostruttrice, per il completamento dei lavori prima del termine fissato. Paradossaleperò se si pensa che la data di fine lavori era fissata per il 2011,mentre la strada non è stata utilizzabile fino ad aprile 2014.

Oltre aquesto la Bienaimè aveva presentato in Consiglio la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia che manifestava inquietanti sospetti sulla trasparenzadelle gare d'appalto "Non si possono tacere – si legge nel rapporto – lerisultanze degli accertamenti esperiti dalla Dia di Firenze a seguito di accessoispettivo ai cantieri" che rivelano "la possibile sussistenza del pericolo diinfiltrazioni tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell'attivitàdelle imprese attenzionate".

In sostanza dal report della DIA si evince che moltedelle aziende e dei responsabili coinvolti potessero essere "ricollegabili oritenuti affiliati alla consorteria Comberati-Garofalo" (nota cosca delcrotonese).

"Mai avutoallarmi" sostiene Zubbani, ma ulteriori controlli potevano essere fatti secondola Bienaimè che di fatto accusa di omertà la giunta comunale: "Perché tuttotace, da quando ho presentato la relazione della Direzione Nazionale Antimafiasulle infiltrazioni mafiose nei cantieri della Strada dei Marmi?".

Se lo sonchiesti in tanti probabilmente. Perché non si è mai fatto qualcosa di concretoper fugare ogni dubbio? Forse perché troppisoldi erano in gioco e si sa che dove girano tanti soldi si muove lacriminalità organizzata, che sfrutta sempre più vie "legali" per riciclaredenaro sporco.

La provincia di MassaCarrara è spesso accostata al sud per livelli di disoccupazione e disagiosociale, quindi appare credibile che in queste condizioni sia possibile ilproliferare di attività di stampo mafioso. L'augurio di massesi e carraresi èche in futuro ci siano più controlli e più garanzie, in favore delle impreseoneste che soffrono più di tutte l'attuale crisi economica.