Il governo vuole cambiare ancora nome all'IMU e legarlaal reddito. Gli innamorati una volta strappavano i petali dallemargherite per scoprire se il loro amore era corrisposto: mi ama, non mi ama!

Il governo sembra che faccia quasi la stessa cosa con l'IMU:la aboliamo, non la aboliamo! Alla fine cambieranno, ancora una volta, nome aquesta odiosa tassa, e la legheranno ai redditi ISEE. Sulla scorta dei dottislogan montiani, pare che chiamerebbero la nuova tassa, "service tax". Ci vuoleuna certa classe anche nei nomi! Soprattutto la tassa acquista un'anima nobile,è finalizzata ai servizi, o meglio diventa un prelievo forzoso al servizio deicittadini, messo in mano ai Comuni che hanno fornito prova di grande oculatezzanella gestione del denaro pubblico.

Ci sarebbe da ridere, se non si trattasse di una cosatremendamente seria!

La foglia di fico, per usare un'immagine renziana, è ilMinistro dell'economia che ripete che non ci sono soldi e, per confondere leacque e mostra un certo impegno, avanza pare addirittura nove proposte alternative. Tutte ovviamente da approfondire, per guadagnare altrotempo.

La verità è che il PD non vuole assolutamente darla pervinta a Berlusconi che imperniò la campagna elettorale sull'abolizione dell'IMU,convinto che la tassazione della casa finisce per riflettersi negativamente sulmercato del mattone con quel che ne consegue sulla crisi dell'edilizia. Il PDL, a sua volta, resiste sui propri confini e minacciafuoco e fiamme che difficilmente potranno divampare nella tempesta nella qualesi trova il proprio leader.

Pare che per trovare un'onorevole via di fuga allerispettive posizioni, si pensi di giocare la carta (tipicamente di sinistra)dell'IMU o della "service tax" legata al reddito ISEE. La tassa non sarebbe pagata dalle famiglie con redditoISEE inferiore ai 13 mila euro.

La detrazione salirebbe dai 200 euro attuali a 600euro, modulata in misura inversamente proporzionale al reddito, fino ascomparire alla presenza di un reddito superiore ai 70 mila euro ISEE.

In pratica pare che il 40% dei contribuenti nonpagherebbe più l'IMU, mentre il 5%, sopra la soglia, non solo pagherebbe l'IMUma non avrebbe nemmeno l'attuale detrazione di 200 euro.

La proposta non è condivisibile, non solo per la suacarica demagogica, ma per una serie di ragioni sostanziali. Come molte proposte, animate da una sotterranea lottadi classe, anche questa creerebbe una serie di ingiustizie molte vistose.

La normativa attuale prevede una detrazione di 200 eurodall'imposta da pagare sulla prima casa. Detto importo si aumenta di 50 europer ogni figlio inferiore a 26 anni, fino a un massimo di altri 400 euro. Neconsegue che le famiglie "povere" e numerose già sono esentate dall'IMU sullaprima casa, se possiedono una casa proporzionata alla loro situazioneeconomica.

Introdurre esenzioni totali per chi denuncia un redditoISEE (che è generalmente più basso di quello reale, giacché rapportato allasituazione familiare) inferiore ai 13 mila euro, significa favorire chi pur nondichiarando reddito possiede notevoli patrimoni, accumulati con tanto vituperata(a parole) evasione fiscale. Lo stesso privilegio sarebbe accordato, sia purein misura più ridotta, a chi dichiara redditi inferiori ai 70 mila euro.

Insomma finirebbero per pagare i soliti noti che giàpagano, e in modo salato, le tasse. E questa non è giustizia sociale ed equità!