Il nuovo governo per gli elettori del centro sinistra e non solo, aveva aperto una nuova porta di speranza, paventando un nuovo modo di gestire il denaro pubblico, con tagli alla casta delle spese inutili: le spese pazze di Montecitorio, che avrebbero quanto meno dovuto essere contenute che invece non hanno subito riduzioni ma ahimè sono addirittura lievitate.
Ecco le spese che molti speravano venissero tagliate nel palazzo ma non sembra affatto si sia voluto rinunciare a certi privilegi che sono un autentico sperpero: nel primo semestre del 2013 le uscite si sono così gonfiate fino a raggiungere i 110 milioni per spese per lavori, servizi, forniture, consulenze e collaborazioni, mentre nello stesso periodo del 2012 per Montecitorio le spese ammontavano a 105 milioni.
Dopo le elezioni di febbraio, l'insediamento del nuovo Parlamento diventa un evento eccezionale che determina un aumento di spese, nuovo governo corrisponde a nuovi componenti a cui attribuire le c.d. competenze parlamentari, quali medicine e prodotti farmaceutici, telefonini e tablet, spese di rappresentanza, una spesa questa pari a 932 mila euro, rispetto ai 256 mila del passato esecutivo.
Si spende nel Parlamento la bellezza di 200 mila euro per corsi di lingua e informatica riservati ai parlamentari e 120 mila euro per migliorare l'inglese, mentre nel 2012 la spesa era considerevolmente più bassa (100 mila euro).
Che dire poi delle spese per fornire ai parlamentari i mezzi utili per sapere tutto ciò che arriva dal mondo stampa, 165mila euro di quotidiani.
Al riguardo ci si chiede se non si possono comprare i giornali, o iscriversi a un sito on line a pagamento, per sapere tutte le novità giornaliere e critiche mosse dal mondo giornalistico al loro operato non brillante, di tasca propria come un comune cittadino?
Non finisce ancora qui, c'è pure un capitolo che riguarda i costi della biblioteca, pari a oltre 3,3 milioni di euro tra rilegature (39 mila euro), restauro (26 mila), acquisti di nuovi libri (836 mila), accessi gratuiti via Internet (785 mila), mentre per la manutenzione, acquisti hardware e software, assistenza e noleggi, l'esborso è di oltre 14 milioni di euro (nel secondo semestre 2012 era poco più di 3 milioni).
La lamentela è d'obbligo e l'appunto come per le scuole italiane non hanno i soldi per la carta per le fotocopie e per la carta igienica, e per certi lussi e sprechi ci sono?
Anche la ristorazione è un tasto dolente: per il servizio interno si spendono 267 mila euro, per il servizio esterno 135 mila euro, mentre il servizio gestito da terzi la spesa è pari a 2 milioni e 845 mila euro, per un totale di circa 4,3 milioni di euro a fronte dei 3,1 della seconda metà del 2012.
E si spendono invece 242 mila euro per la pulizia delle mense, mentre per tenere in ordine aule, uffici e corridoi, la spesa supera i 3 milioni di euro.
Non può mancare il condizionamento delle sale di Montecitorio che costa in sei mesi 1,4 milioni di euro a cui si aggiunge la spesa per gli acquisti di beni mobili (di legno) per una spesa di 48mila euro al mese, fino a un totale di 290mila euro. I costi di "trasloco e facchinaggio" superano il milione di euro e sembra ci sia un appalto da 2,9 milioni per il lavaggio di tappezzeria, vetrate, tende e parati. Bisognerebbe tirare un po' la cinghia queste cifre sono assurde, sarebbe d'obbligo che le spese personali dei deputati fossero di loro spettanza e non pagate dai cittadini, quanto meno questo.