La morte. Misteriosa per alcuni, paurosa per altri da sempre ci affascina. E a chi non piacerebbe avere maggiori notizie, in vita, sulla morte. Ad esempio una domanda ricorrente è: quando moriremo? Impossibile saperlo, ma il sogno di avere una risposta sembra non tramontare. Anzi, sono diversi i metodi che vengono studiati per cercare di comprendere quando avverrà quel fatidico momento.


Uno dei più diffusi e dei più conosciuti è quello che studia il progressivo accorciamento delle estremità dei cromosomi; tuttavia questa indicazione non è sufficiente per dirci quanto tempo di vita ci resta ancora. Ora, però, c'è un'idea nuova: saggiare le condizioni delle nostre cellule endoteliali, di fatto il serbatoio delle nostre potenziali cellule staminali.


Queste cellule servono per pavimentare i vasi grandi e piccoli del nostro corpo, contribuendo a dare elasticità e prontezza alle nostre arterie, ma anche rigidità e stanchezza in alcuni casi. Ma è davvero possibile misurarne lo stato? La risposta è sì e, attenzione, sembra anche molto semplice.


Come fare? Basta porre al polso del soggetto un generatore di banda luce laser oscillante che viene trasmesso per tutto il corpo. Così facendo si esercita su tutte le cellule, comprese quelle epiteliali, un'azione che genera una reazione. Se l'effetto è blando il corpo sarà ancora giovane, altrimenti sta invecchiando.


Il concetto è abbastanza semplice e logico; non resta che fare i complimenti ai ricercatori dell'Università di Lancaster che precisano che entro 2/3 anni questo metodo sarà perfezionato e riproducibile senza alcun tipo di problema o inconveniente. Che dire, ora i più curiosi potranno sapere lo stato del loro corpo e potranno avere informazioni più dettagliate sul tempo di vita rimanente.


Ma ne vale veramente la pena?