L'alluvione che ha colpito poche ore fa la Sardegna,portata dal ciclone battezzato "Cleopatra", è solo l'ultimo, ennesimo,disastroso fenomeno climatico che si è verificato sul territorio italiano.Ormai è da diverso tempo, soprattutto nel periodo a ridosso tra la stagioneautunnale e quella invernale, che il nostro Paese fa la conta dei danni e dellevittime di alluvioni e nubifragi. E' accaduto gli scorsi anni con le alluvioni della riviera di levanteligure e della Lunigiana in Toscana, ancora prima con quelle abbattutesi in Calabria enel Messinese in Sicilia.

Questa volta per il ciclone che ha interessato ilNord-Est della Sardegna, in particolare l'area di Olbia, ma anche il nuorese e parte della provincia di Oristano, si è trattato per certi versi diun evento avverso catastrofico e al tempo stesso eccezionale. Infatti si è stimato chein circa 24 ore la pioggia che ha colpito la regione corrisponde a quasi lametà di quella che solitamente cade sul territorio nazionale in 6 mesidell'anno!

Dunque  un  fenomeno atmosferico enorme per intensitàe devastazioni, che se pur prevedibile, è pressoché impossibile da controllarein tutta la sua portata. L'alluvione, rappresenta insieme al sisma tutta laforza e il corso della Natura, che si abbattono sul nostro Pianeta,ribellandosi anche ai comportamenti e ai mutamenti climatici perpetrati dallavolontà e dalla mano dell'Uomo.

Nell'ultima triste, disastrosa circostanza,potremmo dire che i danni e le vittime provocati dal ciclone in Sardegna, sonoimputabili per metà all'evento meteorologico stesso, ma per metà anche alleresponsabilità dell'uomo.

Come si accennava prima sono diversi anni che si verificano puntualmentetali fenomeni che quasi sempre lasciano indelebile il loro segno soprattutto inquelle aree che sono a forte rischio idrogeologico.

L'Italia è un territorioper il 70% a connotazione morfologica collinare e montuosa che di conseguenzarisente degli effetti e dei danni provocati da piogge e alluvioni di grossaentità. Ogni anno, a partire dal 1991, si spendono oltre 2 miliardi di euro ininterventi per fronteggiare tali emergenze e per ripristinare lo stato dellecose a fatti compiuti.

Ma pochissimo in concreto viene approntato per ciò che concerne misure e opere di prevenzione. Se poi consideriamo pure i mancati interventidi bonifica di valli, canali, viadotti… e di messa in sicurezza delle zone piùa rischio, il disboscamento selvaggio e la cementificazione in aree pericolose,soggette a forte rischio di frane e di smottamenti, ecco come un'alluvione di vasteportate, finisce per provocare danni edistruzioni ben peggiori di un uragano o di un tornado. Proprio nei giorniscorsi ben 81 tornado (!) hanno colpito il Midwest degli Stati Uniti, ma aparità di fenomeno i danni sul suolo americano sono stati inferiori e megliocontenuti.

E così che mentre tutti - istituzioni, popolazione e massmedia - si ritrovano a parlare di "bombe" d'acqua, ecco che insieme ad esse,esplodono puntualmente i "bubboni" frutto dell'incuria e del mancato rispettodella Natura, nonché dell'inettitudine e della negligenza di chi dovrebbe intervenireanzi tempo, se non per bloccare un simile evento, quanto meno per contenerne idanni e gli effetti, di cui poi si finisce per fare purtroppo la triste epuntuale conta. E' possibileche si debba vivere con il continuo timore nell'ascoltare un bollettinometeorologico o scrutando semplicemente le nubi all'orizzonte?