Roma: il prossimo 16 ottobre ricorreranno i 70 anni dalla deportazione degli Ebrei dal ghetto di Roma. In quella data, una Roma occupata dai nazifascisti si svegliò all'alba fra urli e pianti di centinaia di persone rastrellate, ammassate e deportate dal Portico d'Ottavia al Collegio Militare a Trastevere, alla Stazione Tiburtina ed infine ad Auschwitz.

Quella mattina 1259 romani, di cui 363 uomini, 689 donne e 207 bambini furono condotti verso i campi di sterminio solo perché ebrei: solo 16 fecero ritorno (15 uomini e 1 donna). Una ferita inferta in profondità nel cuore di Roma, tanto era intimo il legame fra Roma e la sua comunità ebraica.

La memoria di questa cicatrice per anni è stata accantonata, come se si volesse dimenticare. Certe cose sembra sia meglio dimenticarle, perché provocano dolore, imbarazzo e disonore ad una città come Roma. 

Come ricordava Primo Levi: "Chi non ha memoria del passato è costretto a riviverlo". Per questo la Comunità di Sant'Egidio, insieme alla Comunità Ebraica di Roma, ha deciso di organizzare di anno in anno, ogni 16 ottobre, una marcia silenziosa a ritroso, da Trastevere fino al Portico d'Ottavia, per tenere viva questa fragile memoria, ora che con il passare degli anni gli sparuti testimoni superstiti si vanno spegnendo. 

Proprio nella 70sima ricorrenza, la memoria del 16 ottobre sembra essere ancora più fragile.

In una città distratta da tanti eventi, in cui le polemiche montano una dopo l'altra e lo scontro sembra essere il pane quotidiano, Roma è costretta a fare i conti con un altro evento che ha suscitato solo ulteriori polemiche e scontri, ovvero la morte di Erich Priebke, uno degli ultimo gerarchi nazisti viventi e responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

La polemica su come e dove celebrare il funerale e la sua sepoltura, rischiano infatti di distogliere la gente dal vero problema. Ovvero che vi è un ritorno di violenza e antisemitismo che sempre più prende piede, soprattutto fra i giovani: senza guida e senza sogni, trovano l'unico sfogo nella violenza.

Per questo è sempre più importante ricordare, perché solo attraverso la memoria non si commetteranno più gli errori del passato.

Una risposta, piccola ma concreta, arriva proprio dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità Ebraica, che nonostante le polemiche e le urla, hanno deciso di continuare di anno in anno questa marcia silenziosa: avvolte nelle urla della città frastornata, il silenzio può risultare più assordante ed umano delle brighe e delle uscite improvvide.

L'appuntamento mercoledì 16 ottobre, alle ore 19.00 a Piazza Santa Maria in Trastevere, da dove partirà ancora una volta la Marcia della Memoria.