Lavoratori a rischio licenziamento, crisi liquidità, cattiva gestione politica, economica eimprenditoriale: è questa oggi la compagnia di volo italiana. Sono i vari fallimentidi mentalità strategica e mancanza di visione che a distanza di anni riportanoin primo piano un caso mai risolto che continua ad affossare l'immagine delPaese nella gestione del "fare impresa in modo competitivo e trasparente". Alitalia,tanti anni e pochi giorni per salvarsi e una crisi di soldi che è unaconseguenza della crisi culturaleitaliana che rende "colloidale" qualsiasi buona iniziativa e non sa quandosmettere di continuare a fare alla vecchia maniera per ricominciare con slancioed energia in modo nuovo e diverso.
Tanti anni e pochi giorni per ridursi all'ultimo istante apensare a qualcosa che sia un "tirare a campare", l'ennesima soluzionepasticciata della politica che difende la sua idea di lavoro senza crearlo permantenerlo vitale e creativo. La gestione imprenditoriale fallisce in mododisastroso e si offrono aiuti disastrosiper sostenere l'azione disastrosa di una gestione (CAI) che non è mai entratain sintonia con le regole di mercato ma solo con il pensiero che all'ennesimodisastro ci saranno "gli altri" a pompare soldi e a coprire tutto. Si premia chi fallisce e si fa fallirechi andrebbe premiato.
Sono giorni frenetici di contatti tra governo e verticiaziendali, un nuovo partner pubblico (Poste Italiane) entra per sostenere l'aumentodi capitale di 300mln di euro, ma l'idea di un nuovo piano industriale che siadi rottura con le intenzioni fino a qui attuate non c'è ancora.
Poi c'è laquestione del debito maturato che ammonta a circa 1,2mld di euro, almeno 5000lavoratori a rischio e la buona vecchia abitudine di svenare le risorsepubbliche per salvare le "galline starnazzanti" che hanno l'unico demerito di sprecaresoldi e di non saper fare business. Soldi e tempo, si ha sempre bisogno diquesto per i falliti che chiedono altre occasioni e fiducia dopo averne tantosprecate con scelte fallaci in nome di un'italianità perduta nell'onore a colpidi chiacchiere politiche e azioni poco lungimiranti del management di turno.
Tanti anni e poca pazienza in tempo di crisi per pensare di spenderesoldi pubblici in attività come "Alitalia", che in cinque anni ha bruciatotutti i soldi investiti, continuando a fare debiti anche quando era partitasenza oneri precedenti e ora di strategico c'è solo l'assetto di agire in modo determinatoma anche educativo per chi sbaglia.
I lavoratori si accompagnano in altrescelte di lavoro e qui il governo deve creare nuovi modi d'impiegare la genteche ha motivazione, talento, esperienza e valore.
La fiducia è tradita nel concetto d'"italianità" secondoquanto declinato dalla politica, c'è sfiducia degli investitori e i fornitori sonoin subbuglio per i crediti maturati nei confronti della Compagnia aereaAlitalia in crisi. È di 700mila il bacino di passeggeri (secondo dati Enac 2012)di cui si parla, anche se in costante calo, mentre risanare e rilanciare sono itermini mai portati a compimento dalla Cai che gestisce i vettori Alitalia, esull'altare della visibilità elettorale e di marketing politico si continuano abruciare troppi soldi in tanti proclami di difesa del "fare nostrum all'italiana".La crisi economica l'Italia mostra di subirla inerme, tutti gli effettidisastrosi prodotti dalle cattive scelte passate sono evidenti e ciò che famale non si mostra ravvedimento operoso.