Gli episodi recentemente successi a Roma e Milano, hanno fatto ritornare in vista il fenomeno della baby prostituzione. Un fenomeno che sempre più sta prendendo piede fra gli adolescenti italiani.

Ragazze fra i 15 e 17 anni si prostituiscono, a scuola e non solo, in cambio di regali, ricariche telefoniche e soldi. Il fenomeno, già tristemente noto in America e nel nord Europa, non riguarda solo i ceti più disagiati della società, come si potrebbe erroneamente credere, ma al contrario trova molta diffusione fra i ragazzi così detti "da bene".

Un fenomeno che in entrambi i casi è molto preoccupante e mette a nudo un malessere culturale e sociale dei paesi così detti "ricchi". Ma cosa spinge ragazzi adolescenti a prostituirsi?

Se per i ragazzi appartenenti alle fasce più povere della società, la risposta potrebbe sembrare scontata, ovvero la disperazione, per quelli ricchi invece non lo è!

La causa primaria è da ricercarsi nel diffuso mal costume, non nel senso moralistico del termine, ma nel senso che sempre più il corpo, femminile in primis, è solo un "oggetto" e il sesso solo un "mezzo". Quasi quarant'anni di dittatura mediatica, in cui qualcuno ci ha abituato a vedere la donna solo come un corpo il più desiderabile possibile, hanno svilito il suo ruolo nella società.

Vedere donne arrivate al potere non per meriti o capacità ma solo per la loro bellezza, ha distorto l'ottica in cui i giovani di oggi crescono.

Se a questo fenomeno di svilimento del corpo e del sesso si aggiunge il desiderio bulimico della società dei consumi che ci impone, non solo di desiderare, ma di avere più "roba" possibile, ecco che il gioco sembra fatto.

Il corpo è solo un oggetto e il sesso è solo il mezzo per arrivare ad avere più cose possibili. Ma è solo questa l'equazione decadente che porta i giovani a prostituirsi?

Io sinceramente penso di no, o meglio non penso che sia solo questo, in quanto la prostituzione, il consumismo e la decadenza dei valori, in un certo senso ci sono sempre stati.

Ma allora perché solo oggi sta esplodendo questo fenomeno?

Una seconda causa, a mio avviso, più importante della decadenza culturale e sociale, è la mancanza di affettività e di prospettive.

La prima "colpa", se vogliamo dire così, è da riscontrarsi proprio nel nucleo familiare. Infatti, sempre più si sta perdendo quello che era il senso del "nido" familiare. Oggi le famiglie sono sempre più disgregate, il ruolo dei genitori è sempre più marginale e i punti di riferimento sono altri (social network, media, gente di spettacolo ecc.), i genitori si separano e i nonni (che danno solo intralcio alla dinamicità della vita) vengono messi in istituto. La famiglia, quindi, perde la sua attrattività e il suo ruolo e i figli si sentono sempre meno amati e sempre più marginali.

A questo si aggiunge la mancanza di prospettive valide per i giovani che non vedendo più un futuro di fronte a loro, pensano solo al presente e a saziare il loro ventre con quante più cose possibili, nel timore che prima o poi si possa perdere tutto.

Pertanto l'unica soluzione possibile, non è tanto scandalizzarsi o giudicare, ma al contrario è una ricostituzione dei valori basilari, nonché un investimento energico nei giovani e nella cultura. Solo investendo su di loro, iniziando a non farli sentire più soli, si potrà superare questo momento di crisi, che sempre di più non è solo economico ma culturale.