Sembrava che quest'anno la crisi imperversasse e che le cifre stratosferiche dei visitatori dello scorso anno non si raggiungessero. Invece anche in questa diciottesima edizione dell'Artigiano in fiera si parla di boom. La visita di sabato 30 novembre, giornata di apertura della mostra, lo prova.

La manifestazione quest'anno offre orari molto più elastici, perché apre i battenti alle ore 10 per arrivare tutti i giorni sino alle ore 22.30. I 2900 espositori con prodotti provenienti da 113 paesi del mondo e distribuiti su 150.000 mq non possono che attirare una folla di curiosi.

Dunque all'entrata già dal primo giorno di apertura una moltitudine munita di carrelli, borse e valigie. Molti alle ore 11 avevano fatto i loro acquisti. Un signore portava via un piumino d'oca e oggetti per la casa, un altro un plaid indiano, un altro ancora una lampada araba, quelle rivestite di mosaici che col gioco delle rifrazioni sembrano ,accese, donare all'ambiente la luminosità di un diamante.

Il Padiglione 10, quello con paesi come Cuba, Argentina, Usa, Messico, Nicaragua, Equador, Africa e Madagascar era il più carico di sorprese. Le linee merceologiche sono presenti in toto, ma se non ti bastano le maglie peruviane, i cappelli di lana, gli abiti di seta e i monili di ogni tipo e vuoi assaggiare una prelibatezza devi recarti al padiglione 10 e troverai nel banco iraniano il frutto più dolce della stagione.

Sono datteri freschi, morbidi e dolci, ma non dolcissimi, che l'Iran esporta e vende in scatoline colorate rosse e oro. Il costo è di dieci euro, ma sicuro per dieci giorni potrai assaporare una leccornia assoluta. Se poi hai ancora fame sempre al padiglione 10 trovi ristori che offrono cibo eritreo, sudamericano, brasiliano, e californiano, oltre al solito kebab.

Ma poi come ovvio ti sposti nel settore indiano e lì oltre al trionfo dei colori di sciarpe, tappeti arazzi di manifatture orientali , oltre al kashmir, e alle preziose passamanerie d'oro indiane, oltre ai tanti prodotti cinesi puoi sfamare la fame andando al Thai Thai, il ristorante Tailandese, o a quello giapponese e persino ad un ristorante tibetano.

Ci sono poi le bancarelle dell'erboristeria dove trovi a profusione le bacche di gogjj e il the verde, due potenti antiossidanti .

Nel Padiglione Italia incontri i prodotti delle regioni meridionali e delle regioni del centro e del nord, ma se proprio ti vuoi concedere una prelibatezza fermati al ristorante piemontese dove servono un trittico della cucina di Ossola, con riso agnellotti e gnocchi il tutto condito col sugo di un arrosto e accompagnalo con un piatto di formaggi da acquolina in bocca.

Nel padiglione Sette la Francia vende la famosa bouillabaisse, in barattoli da mezzo chilo, fatta con lo zafferano di Marsiglia, insieme altre salse saporitissime.E ancora le tante meraviglie dell'artigianato tedesco,inglese, spagnolo.

Altra sciccheria, per chi ama i prodotti di oreficeria, i monili smaltati della oreficeria ungherese, in particolare ciondoli e orecchini. E così uscendo non potrai dire che gli occhi e il palato non sono stati stimolati.