Svolta, non si sa se buona o meno, al Senato: dopo le aperture di Matteo Renzi alle critiche berlusconiane ed il colloquio con il Presidente Napolitano, è pronto, come rivela il "Fatto Quotidiano", il piano di "compromesso" per non fare arenare la riforma sul Senato dai veti e controveti delle forze politiche, col quale anche la politica dai propositi rottamatori del premier (ma per ora a parte i proclami e le dichiarazioni, piuttosto timida e debole), deve fare i conti.

E dunque, come riportato dal "Fatto Quotidiano" versione on-line, il premier avrebbe in mente di proporre un Senato composto da consiglieri regionali, eletti nei propri consigli. I consiglieri comunali: ottima idea, soprattutto dal momento in cui trovare qualcuno non indagato tra questi ultimi potrebbe essere una vera e propria impresa, essendo del resto molte Regioni italiane attualmente sotto una qualche indagine, "Rimborsopoli" in testa, da parte delle competenti Magistrature. Il che forse potrebbe costituire un qualche motivo di dubbio per qualcuno. Ma questa probabilità appare invero piuttosto remota.

Ad ogni modo, nonostante l'ennesima svolta renziana, ciò che non cambia è un fatto solo e incontrovertibile: in ogni caso il Senato delle Autonomie rimarrà una camera di nominati e non di eletti. Perchè del resto la politica dovrebbe permettere al cittadino di eleggere i propri rappresentanti, quando la politica stessa può designarli da sè? È chiaro che in un siffatto contesto il cittadino è forse l'ultima delle preoccupazioni di Renzi e co., il quale infatti si preoccupa maggiormente dell'unica opposizione reale in parlamento: il Movimento Cinque Stelle, che recupera terreno nei sondaggi in maniera proporzionale alla ripetute aperture di Renzi, che sanno un pò di vecchia politica in effetti, degli ultimi tempi.