Il risultato delle elezioni per il nuovo parlamento Europeo ci offre l'opportunità di fare il punto sulla grande sfida di un'Europa unita non solo da interessi finanziari, come purtroppo dopo  l'introduzione della moneta unica nel 2002 ha dimostrato di essere. Si è manifestata la diffusa volontà dei popoli di tutelare le identità nazionali, senza eccedere in nazionalismi, dalla burocratizzazione che il sistema Europa ha deciso di attuare in questi ultimi dieci anni. Il passo dell'Italia è stato segnato con decisione dal premier Matteo Renzi che non ha avuto timore di allargare la sua spinta al cambiamento dall'Italia all'Europa.

Il risultato del 41,8 % del Pd parla chiaro. La lungimiranza del giovane Renzi ha mirato anche all'Europa. Se dapprima con tenacia ha intrapreso un percorso di #rottamatore, ha presto manifestato la capacità di riformare e costruire qualcosa di nuovo per il popolo italiano e non si è lasciato imbrigliare dai giudizi approssimativi di chi lo voleva coperto di ridicolo (e i malumori nei suoi confronti non sono certo mancati nella vecchia dirigenza del PD).

E, senza soluzione di continuità, ha proposto il medesimo iter di svolta all'Europa senza lasciarsi intimorire, anche in questo caso, dai potenti governi che hanno pilotato le precedenti manovre politico-finanziarie.Il giovane premier, nato in epoca non sospetta rispetto alle più dure pagine della storia italiana postbellica, ha la libertà culturale di parlare anche ai più anziani che quella storia l'hanno sofferta di persona e ha saputo parlare nelle piazze senza arrecare offesa a nessuno tra di essi, ma puntando a risollevare la partecipazione dei giovani di cui ha assolutamente bisogno per proseguire la sua opera di rinnovamento.

Non è homo novus, il giovane Renzi, ha già alle spalle un certo percorso politico, ma evidentemente la sua formazione culturale e le sue esperienze gli hanno consentito di non scivolare nel precipizio del politico di mestiere, di camminare come "in quota", sui sentieri alti dove la visione è ampia e nitida.  Siamo di fronte ad un fenomeno?

Forse sì. Comunque sia, il popolo degli elettori gli ha dato credito. Possiamo dire, che il popolo ha dato credito a Renzi prima che al Pd, all'uomo prima che al partito. All'uomo, perchè cambi anche il partito. Ed è un bene che questo credito sia attribuito a Renzi, in primis, nel voto per il Parlamento Europeo. Si va a cambiare l'Italia e a cambiare l'Europa, senza soluzione di continuità.