Premessa: Qualcuno mi ha detto: "Non è possibile che la verità sia parziale. La verità è una. Come facciamo a credere se ci sono tante verità ?"
Qualche risposta: Certo, l'amore è un valore inestimabile, ma ciascuno lo interpreta e lo vive in maniera diversa, personalizzata.
Anche la libertà o la giustizia sono dei valori inestimabili, ma quanti tipi di definizione ci sono, in quanti modi diversi si vivono o si pretende che altri le vivano? Quante volte sono state avvilite, manipolate?
Per il credente, anche Gesù non può che essere uno, ma quanti Gesù ci sono nella testa e nella teologia delle chiese e dei singoli fedeli?
Dobbiamo renderci conto che noi siamo degli unicum, cioè degli individui unici, non paragonabili a nessun altro. Pertanto, anche il nostro modo di vedere, di osservare, di interpretare la realtà e le idee, di concretizzare le nostre convinzioni non può non essere unico. Infatti, ciascuno e ciascuna di noi ha una sua storia, un suo percorso di fede, dei perché e delle reazioni interiori individuali, dei condizionamenti a cui ciascuno e ciascuna risponde in modo differente, degli apprendimenti e dei rapporti interpersonali disuguali. Possiamo avvicinarci a qualche altro, ma mai essere uguale ad un altro!
Un esempio: io e la mia famiglia proveniamo da una zona bellissima della Sicilia, ma con poco verde, con dei mezzi di trasporto pubblico poco efficienti, con una politica che, invece di risolverli, i problemi li amplia, li inasprisce, li complica.
Da un anno abitiamo a Trieste. Ho sentito triestini che si lamentano dell'amministrazione comunale, altri che sostengono che prima il servizio pubblico funzionava meglio, che il verde era più rispettato. Come faccio a comprenderli? Per me quello che vedo è il massimo! Qui le cose più o meno funzionano, Trieste è una città piena di verde (addirittura gli alberi vengono censiti), con un servizio pubblico di trasporti eccezionale.
Certo, le mie esperienze sono diverse da quelle dei triestini, il mio modo di osservare l'efficienza dei servizi parte da altri parametri. Anche qui, la mia verità non corrisponde alla verità dei miei interlocutori. Anche in questo caso, la verità è parziale.
Conclusione: E allora? Ognuno può fare e pensare ciò che vuole?
La nostra cultura, il nostro essere devono fondarsi sull'insicurezza ?
Per niente. Io sono convinto di ciò che dico e di ciò a cui credo e ne sono fiero.
E' giusto che ci poniamo dei perché per rispondervi con partecipazione e "fede".
Il problema non è quello di credere, ma quello di arrogarmi il diritto di imporre la mia verità, la verità del mio duce, la verità della mia chiesa ad altri! Io sono convinto ma nella consapevolezza che altri hanno diritto di pensarla diversamente. D'altra parte, chi di noi pensa così come pensava dieci, venti anni fa?
Se qualcuno si attribuisce questo diritto, va criticato e ostacolato e mai assecondato. Perché così nascono i razzismi, le persecuzioni verso i diversi, l'intolleranza verso chiunque la pensa in un altro modo.