"Il fondamentalista riluttante" è stato l'ultimo di un ciclo di film proiettati a Trieste domenica 15 giugno, per un cineforum organizzato dalle chiese metodista e valdese in collaborazione col Centro Studi A. Schweitzer, avente lo scopo di stimolare il confronto su temi relativi all'incontro fra culture diverse.

Il "Fondamentalista riluttante" della regista indiana Mira Nair (2012) prende spunto da una manifestazione di studenti islamici pakistani che ha avuto luogo nel 2010 e dal rapimento di un professore legato alla CIA. Questi due eventi fanno incontrare il leader del movimento, prof.

Changez Khan, e lo scrittore e giornalista statunitense Bobby Lincoln.

Da questo colloquio, si viene a sapere che il prof. Changez era stato un personaggio di rilievo e un ambizioso analista finanziario di Wall Street, alle dipendenze della Underwood Samson, avente lo scopo di valutare lo "stato di salute" di ditte, banche, case editrici e quant'altro, al fine di suggerire soluzioni per la ripresa (anche a costo di licenziare dipendenti) o di stabilirne la chiusura... A tavolino.

Il sogno "americano" di Changez, però, si interrompe bruscamente all'indomani dell'attentato alle Torri gemelle (11 settembre 2001). Da quel momento, Changez, col suo viso caratteristico e la sua origine sospetta, pur amando gli Stati Uniti e pur non avendo mai frequentato terroristi, diventa un soggetto virtualmente pericoloso.

Da questa sua nuova posizione, incontra delle difficoltà con la sua fidanzata e inizia a capire il ruolo distruttore della società in cui lavora. Alla fine, decide di ritornare in Pakistan, dove si fa notare per le sue idee di protesta costruttiva. Ma anche nel suo Paese viene schedato dagli Stati Uniti come un possibile capo del terrorismo.

Il film offre molteplici input di riflessione: dalla politica internazionale degli stati Uniti, alle proteste dell'America pacifista contro questa metodologia, all'aumento del terrorismo; dagli ingannevoli aspetti dell'apparenza e del pregiudizio a ideali che possono sfociare in metodologie ed azioni violente e sleali da entrambe le parti, all'incremento del fondamentalismo antioccidentale e così via.

Ciò che vorrei sottolineare in questo articolo però è l'attività svolta dalla Underwood Samson, una di quelle agenzie finanziarie che decidono sulla sorte non solo di imprese private, ma anche di Stati e di intere popolazioni, attraverso tabulati, statistiche, percentuali, confronti di produzione, ecc. disinteressandosi completamente se dietro quei numeri ci sono persone, famiglie, storie drammatiche.

Io credo che mai come in questo nostro tempo possa comprendersi la tesi di Gesù, allorché disse: "Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro … Voi non potete servire Dio e Mammona" (Matteo 6, 24). Gesù qui non sta parlando di padroni qualsiasi, qui si parla di due dei: il Dio della Bibbia, che interviene a favore dell'essere umano, che vuole la sua salvezza, che preferisce gli ultimi, gli sfruttati, coloro che non contano per la società mentre sono preziosi agli occhi suoi; e l'altro dio è mammona, il dio del denaro, quando questo diventa il padrone dell'essere umano chiedendogli vittime da immolare, in nome del profitto, della sua gloria.

Per lui, l'essere umano non conta, sono importanti solo coloro che riescono a guadagnare anche ai danni dei più deboli, a sfruttare le loro capacità per ingrandirsi.

Sì, Dio e mammona non possono convivere. Chi serve il Dio denaro disprezza la volontà di Dio.