La grande marcia di Parigi dell'11 gennaio per celebrare le vittime dell'attacco a Charlie Hebdo in nome della libertà di stampa e d'opinione ha atteso invano quello che si è rivelato un grande assente: Barack Obama. Dov'è? Se lo sarà chiesto anche la CNN. La sua assenza ha provocato reazioni di sorpresa, amarezza, sdegno, polemica e fermiamoci qui. L'America non c'era e non ha inviato nessuno quale degno rappresentante. Il segretario di Stato John Kerry, che aveva tanto commosso col suo discorso il giorno dell'attacco a Charlie Hebdo, era impegnato in Pakistan per discutere sulla strategia anti-terroristica in occasione della riapertura della Army Public School di Peshawar, la scuola dove lo scorso 16 dicembre sono stati uccisi 150 studenti.

John Kerry ha risposto riferendo che era presente Victoria Nuland (responsabile degli affari europei ed euroasiatici) e che "ha marciato la nostra ambasciatrice Jane Hartley". La signora Nuland, in realtà, ha preso parte ad una marcia a Washington anziché a Parigi. Assenti anche il vicepresidente Joe Biden (si trovava a casa nel Delaware), il ministro di Giustizia Eric Holder (presente invece al summit antiterrorismo svoltosi a Parigi un'ora prima della marcia). L'unica rappresentante americana è stata quindi l'ambasciatrice Jane Hartley, che solitamente viene inviata nei Paesi emergenti.

Questa totale assenza di un rappresentante americano 'degno' è poco chiara. A Parigi, l'11 gennaio c'erano circa 50 leader provenienti da tutto il mondo e oltre 3 milioni di persone a marciare per la libertà e contro il terrorismo.

Mancava anche Putin ma, quando si pensa alla lotta contro il terrorismo, almeno teoricamente, si pensa agli Stati Uniti. Obama assente per 'problemi di tempistiche' o di sicurezza.

Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha assicurato che il presidente Barack Obama avrebbe voluto prendere parte alla marcia ma il tempo non era sufficiente e soprattutto "i requisiti di sicurezza di una visita sono onerosi e rilevanti in occasione di eventi come quello di domenica". I media americani hanno attaccato duramente l'assenza di Barack Obama.

Obama, come ha scritto il quotidiano Politico, non è Charlie. Il New York Daily News ha scritto "hanno deluso il mondo".

I media accusano il presidente Obama di aver letteralmente snobbato la 'storica marcia' contro il terrorismo e di essere rimasto a casa con la sua famiglia. L'assenza di Obama in occasione di una marcia del genere farà storia, molto più delle foto che ritraggono una cinquantina di leader mondiali riuniti tutti insieme nello stesso momento, e crea molti dubbi.

Mentre Holder annuncia il summit anti terrorismo che sarà presieduto da Obama il 18 febbraio alla Casa Bianca, sono in molti a chiedersi chi ha voluto il terrorismo e chi ha davvero intenzione d'isolare l'Europa e d'invaderla. L'attacco a Charlie Hebdo, a quanto si dice, era noto a tutti i servizi d'intelligence e niente è stato fatto per prevenirlo. L'unico tempismo, casuale e fortunato, sembra averlo dimostrato con la sua presenza nel posto giusto al momento giusto, chi ha scattato le foto dell'attacco, Amchai Stein, vicedirettore della tv israeliana Channel 1.