Recentemente è stato celebrato il Giorno della Liberazione, che ogni anno ci ricorda come è stato faticoso liberarci da dittature che, cogliendo il momento di crisi, si sono fatte propaganda attraverso il razzismo, scatenando una grande guerra.

La storia sembra ripetersi. Nella pagina di Matteo Salvini non c'è stato spazio alla Giornata, ma a slogan razzisti. Il segretario della Lega Nord, che si è preoccupato come le strade si fossero riempite di "bandiere rosse", ha chiesto agli utenti cosa avrebbero fatto di alternativo.

Il problema è che le idee di Salvini vendono e la sua pagina ha 821mila fans.

Una comunicazione vincente perché sono parole semplici che si adattano a un popolo poco informato e plasmabile. Per questo Salvini si rivolge prevalentemente ai giovani, i più plagiabili, consigliando loro di "bigiare la scuola" per assistere ai suoi comizi "tanto le lezioni di qualche prof rosso le ascoltano tutti i giorni". È incitando al razzismo che Salvini fa la sua indisturbata ascesa al potere. Qualche settimana fa ha dichiarato che i campi rom andrebbero rasi al suolo. Troppi i commenti violenti e di plauso da parte dei suoi fans.

In Italia il razzismo è sempre stato un problema e la memoria degli italiani è troppo corta. Tanti, tra chi lo sostiene, i nostalgici del ventennio che vedono in lui il nuovo duce.

In realtà non è la prima volta che esponenti politici si giocano la carta del razzismo. Durante il Governo Prodi II (2006-2008), l'opposizione aveva montato una propaganda politica per boicottarlo, facendo leva sulla paura. Infatti, secondo la Lega e il PDL, le città italiane erano diventate insicure, a causa degli immigrati.

I mass media furono usati, dal potere, per veicolare alla massa che gli immigrati verrebbero qui solo per delinquere. Anche le campagne pubblicitarie chiedevano ai cittadini se si sentivano sicuri nelle strade. Un esempio è quella di un sapone intimo che chiedeva alle donne se avrebbero voluto le ronde cittadine per proteggerle dagli stupratori stranieri.

Fu in quel periodo che l'opposizione le propose come soluzione. Rigorosamente italiane per pattugliare le strade e difendere soprattutto le cittadine, più esposte alla violenza dei "cattivi immigrati che a causa della loro nazionalità non rispettano le donne".

Col tempo questa propaganda razziale sembrava essere finita. Ma ecco che viene riciclata approfittando del malcontento generato dalla crisi economica. Sono recenti le dichiarazioni di Daniela Santanché, Forza Italia, che come soluzione per porre fine agli sbarchi di migranti ha proposto di affondare i barconi. Dichiarazioni che hanno fatto scalpore, soprattutto perché espresse poco dopo un naufragio che ha ucciso 950 persone.

In questi giorni Salvini ha colto l'occasione di proseguire la sua campagna razzista, approfittando di un recente episodio di stupro da parte di un egiziano.

Il problema è che, oltre al razzismo, si rischia di insegnare agli italiani che un reato è grave solo se a compierlo è un immigrato. E lo stupro è sempre grave a prescindere dalla nazionalità di chi lo compie.

Cosa si nasconde dietro le campagne razziste di Salvini? Fare leva su allarmismi inesistenti è una tattica per far dimenticare agli italiani il vero problema del nostro paese. Così Salvini cavalca il malcontento spostando la causa altrove, facendo credere che tutti i mali siano generati dall'immigrazione. Un capro espiatorio per instaurare una guerra tra poveri di cui non ne abbiamo bisogno, anche perché molti problemi dell'Italia sono generati anche dall'alta corruzione, in special luogo politica.

L'Italia, dunque, secondo un rapporto di Transparency International del 2014, sarebbe prima tra i paesi dell'Ue per corruzione. L'indagine è stata condotta su 175 nazioni.

Bisognerebbe evocare la memoria per ricordare al mondo che cosa ha portato individuare, nel diverso, un capro espiatorio. Per questo, le giornate della Liberazione e della Memoria dovrebbero svolgersi tutto l'anno.