Amatore Sciesa, Carlo Pisacane, Enrico Toti e tanti altri sono nomi dal profilo eroico appartato e spartano. Pietro Micca era un semplice ex minatore: minatore ed eroe non è la stessa cosa che dire eroe dei due mondi e generale, con tutta la simpatia per l'indomito Garibaldi. Così, come non è la stessa cosa equiparare il vitalizio che i professionisti attuali della politica percepiscono, con quello che i Savoia assegnarono alla vedova Micca: due pani al giorno! Che dire su Toti? Il gesto valoroso che è passato alla storia, ovvero il lancio della stampella contro il nemico, a momenti lo squalificava nella narrazione storica: insomma, essendo invalido, non poteva essere inquadrato come appartenente all'esercito, per il quale aveva pur combattuto!

Forse, anche a causa della distanza temporale, queste sono figure eroiche che fanno tenerezza. Inoltre, non incutono il senso di inadeguatezza che si prova forse verso Mazzini, Cavour o altri. No, Pietro Micca e compagni sono tutt'altra cosa. E, purtroppo , non se ne trovano più di quella portata. O quasi. Uno di quei 'piccoli' eroi, con tutt'altro percorso - chiaramente - è un signore contemporaneo. Cosa fa? Il pensionato. Il suo nome è Arnaldo Cestaro. Il 21 luglio del 2001 era Genova insieme a tanti altri. Che ci faceva lo ha spiegato anche nella trasmissione delle 'Iene': era lì per manifestare per la pace e la giustizia sociale.

Alle 21,30 si era messo a dormire nella Diaz. Era stata una giornata laboriosa e stancante.

Poi il trambusto lo ha svegliato. Arnaldo ha pensato, come probabilmente altri, che i black block avessero forzato l'entrata di quel luogo di Stato - per definizione la Scuola, di solito, rappresenta lo Stato. Invece no. Non erano i black block: erano i nostri. Perfino nei film di John Ford, quando arrivano i nostri, che non sono 'i nostri' ma 'i loro', si è tutti contenti: americani e non.

In quel G8 invece 'i nostri' sono stati un incubo. Arnaldo è stato malmenato in maniera importante. Ha sentito ragazzi e ragazze, nelle diverse lingue, invocare la propria madre, i propri cari.

Personalmente, Arnaldo Cestaro ha riportato la rottura di una gamba, un braccio e dieci costole. È stato risarcito con 45 mila euro.

Detta così, sembrerebbe una situazione, nella sua crudezza, comunque di vittoria da parte di un povero malcapitato aggredito per errore (?) e risarcito. Invece, il fatto è passato su tutti i media, la portata di questo evento ha quasi del miracoloso: un piccolo pensionato va a bussare a Strasburgo, denuncia il massacro di quel G8 del 2001, e riceve credito. "Era il 21 luglio del 2001 ed io ero lì", ha riferito all'uditorio europeo, "e ci hanno massacrato", ha aggiunto.

Strasburgo ha condannato l'Italia e i suoi funzionari. Nella denuncia di Cestaro vi era anche l'accusa contro le autorità italiane per aver violato il codice europeo dei diritti umani, ovvero, l'articolo 3 che riguarda la tortura e i trattamenti degradanti e umilianti; poi l'articolo 13, ovvero la mancata messa in atto di una inchiesta efficace sul caso Diaz.

Insomma, vedere questo signore di 76 anni, combattivo e incrollabile nelle sue convinzioni di uguaglianza, pace, giustizia sociale, è stato come vedere uno di quei 'piccoli' immensi eroi della storia d'Italia che si perdono per strada quando la scuola diventa un ricordo sbiadito. Quando la vita ci porta altrove e, presi dal pallone e dalle chiacchiere su chi ha segnato, dimentichiamo veramente chi ha segnato: chi ha segnato la Storia dell'Italia.