Guardando i telegiornali e leggendo quanto pubblicato sui quotidiani, nazionali e non, non può sfuggire il giornaliero prodigarsi delle istituzioni mirato a migliorare la situazione di coloro che appartengono alle classi più disagiate. Analizzando la situazione concreta, tuttavia, non ci si può non domandare se tale nobile scopo sia realmente perseguito; non ci si può non chiedere, a tal proposito, se davvero il focus delle azioni di chi gestisce e governa sia focalizzato sugli ultimi, su coloro i quali, cioè, vivono ai margini di una società che, sempre più attenta al peso che i singoli occupano all'interno della stessa, tende a tenere fuori i poveri, i poco importanti, i non in vista.
Gli esodati, i disoccupati e gli inoccupati, i pensionati che a stento riescono ad arrivare a fine mese e i figli e le figlie di famiglie non benestanti rappresentano solo alcuni esempi di tale categoria di persone. Osservando statistiche, informandosi mediante radio e notiziari o semplicemente guardandosi intorno mentre si cammina per strada, risulta chiaro come siano troppi gli ultimi per cui chi potrebbe realmente agire fa poco o niente.
Troppo spesso si mira semplicemente a far scattare nella gente lo sgomento per tale situazione, senza però, nel contempo, fare davvero qualcosa; troppi sono i volti delle persone disperate che si incrociano in giro senza poter intervenire, a causa della carenza dei propri mezzi, in modo da fornire un aiuto decisivo.
L'agire delle persone comuni infatti, di cui tanto si parla e si scrive per fornire una speranza a chi ascolta e legge, non può risolvere definitivamente una situazione che da troppo tempo peggiora, da troppo tempo sembra essere senza soluzione.
Chiunque muove o muoverà in futuro le leve del nostro bel Paese dovrebbe, prima di ponderare come affrontare questioni macroeconomiche o dispute internazionali (o ancora, come purtroppo accade troppo spesso, come perseguire il proprio interesse personale), dovrebbe prima aiutare gli ultimi. Non si tratta di una questione di bandiera o di schieramento politico. Si tratta solo di buon senso.