Il Cagliari conclude il girone d’andata nel migliore dei modi: un 3-0 secco in casa ai danni della Pro Vercelli che fin dalle battute iniziali è apparsa motivata e coriacea, ma col passare dei minuti il divario tecnico tra le due squadre ha fatto la differenza. Il Cagliari rimane così capolista da solocon il Crotone,rivale principale, che lo segue al secondo posto distanziata di un punto.Ironia della sorte, nel primo turno del girone di ritorno ci sarà proprio lo scontro direttoCrotone – Cagliari, sicuramente la partita più attesa della giornata, che si giocherà nel posticipo di lunedì 18 gennaioalle ore 20,30.

Analisi della partita Cagliari - Pro Vercelli

Anche il Cagliari faceva qualche errore di troppo, soprattutto sui passaggi in profondità non sempre precisi, ma gli avversari ne sbagliavano molti di più e proprio in questo contesto si vedeva il divario tecnico.In casa abbiamo visto il solito Cagliari spietato, incisivo sui passaggi brevi, con la tipica aggressività quando gioca nella metà campo avversaria: l'attacco è in media con 9 giocatori su 11. Farias è il solito funambolo, Sau inl’area è un killer spietato, Joao Pedro è sempre imprevedibile. Di Gennaro sempre illuminante e concreto: è lui la vera mente del Cagliari, sbaglia poco nei passaggi e trova sempre l'uomo libero negli spazi, velocizza e detta i tempi di gioco.

Infine i vari: Melchiorri, Giannetti e Cerri, attaccanti con caratteristiche differenti che completano l’opera.

Le armi e i meriti

Il reparto avanzato del Cagliari è quello che sta facendo la differenza, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Per andare al tiro vengono utilizzate molteplici varianti e questo crea difficoltà enormi alle difese avversarie, perché la squadra può andare al gol in mille modi e con giocate differenti.Non è un caso che il Cagliari sia la squadra che ha la media più alta di gol (2 a partita) e il maggior numero di giocatori differenti ad aver realizzato reti:ben 15.

Ogni attaccante per ruolo e caratteristiche tecnico/tattiche è diverso dall'altro, e questo crea inevitabilmente maggior imprevedibilità e più possibilità di soluzioni offensive.Il livello tecnico dell’attacco sopra la media, unito all'eterogeneità dei singoli, è il vero valore aggiunto di questa squadra.Il merito di Rastelli è stato quello di amalgamare al meglio il tutto, mettendo ordine alle pedine in suo possesso, con il fine di valorizzare al massimo il reparto più forte, che è quello offensivo.

Anche il fattore ambientaleè stato determinante, con il seguito che la tifoseria ha continuato a dare alla squadra in termini di affetto e calore, questo nonostante tutti i noti travagli subiti negli ultimi 4 anni.

Il futuro e il progetto del nuovo stadio

L'ultima giornata del girone d'andata ha molte analogie con la prima, infatti c'è stato il nuovo record di pubblico con ben 15.354 paganti, che vanno a superare il record precedente di 13.646 proprio nella partita d'esordio contro il Crotone.A soli 10 minuti dal calcio di inizio c'erano ancora migliaia di tifosi che facevano la fila ai tornelli d'entrata.Eppure sembrerebbe che la nuova dirigenza, abbia progettando il nuovo stadio del Cagliari (che sarà poi quello definitivo) con una capienza ridotta a circa 20 mila tifosi.

Questa soluzione non sarebbe però pertinente ed idonea alla piazza: il Cagliari è l'unica squadra in Italia rappresentativa di una regione intera, contanti tifosi non solo in Sardegna, e con un bacino d'utenza che è al 7° posto assoluto in Italia.La tifoseria merita (e necessita) di una capienza minima di almeno 30.000 tifosi: diversamente sarebbe davvero offensivo per la storia, per le potenzialità e per quello che rappresenta simbolicamente la squadra sarda.