Non c'è tregua per Renzi in seguito al gesto che ha fatto infuriare gli italiani per l'eccessivo riguardo che ha avuto il Premier nel coprire le statue di nudi nei Musei Capitolini in forma di rispetto alla cultura di Hassan Rohani, premier Iraniano. BenchéDario Franceschini affermi che “non era informato né il presidente del Consiglio né il sottoscritto di quella scelta”, il fatto è oramai diventato un caso politicoanche per colpa dell'atteggiamento recidivante: l'eccessivo rispetto verso gli illustri personaggi di cultura orientale sembra infatti ripetersi ancora dopo quella volta che, nell'accogliere Mohammed Bin Zayed Al Nahyanl, principe ereditario degli Emirati Arabi nell'ottobre del 2015 a Firenze, fece coprire con un paravento (carta decorata con gigli) un nudo dell’artista Jeff Koons, l'ex marito della pornostar Cicciolina.
Dopo aver fatto infuriare Sgarbi e la Sovrintendenza ai Beni Culturali, Renzi continua ad essere criticato da ogni fronte. Tra le risposte che si alternano sui social all'ormai caso politico, stupisce la significativa interpretazione di un venticinquenne compositore italiano, Francesco Taskayali che riprende un brano per il Premier Renzi intitolato “Addio al Terminal”, con la testa coperta così come la mente da una scatola di cartone, quasi a simboleggiare l'addio ad un'identità, quella italiana con i suoi tesori artistici che determinano il passato e il futuro.
Pensieri, espressioni, sentimenti coperti da quella scatola, che rendono anonima l'interpretazione del promettente pianista italiano che stupì con lo stesso brano in occasione del Festival Europeo de Piano 2012, organizzato dalla rappresentanza dell'Unione europea a Caracas, dove fu eletto unico rappresentante artistico della delegazione italiana.
Taskayali continua e va avanti nel suo crescendo musicale che sembra intonare una speranza d'amore: le sue dita colorano quell'opera in quattro quarti, tra sincopi nostalgiche che vogliono rivendicare uno spazio identitario in cui l'Arte è ancora la forma narrativa dell'uomo che non va rinnegata, a cui non dev'essere più rivolto un sacrilego e repressivo 'Addio'.