Roberto Pazzi, scrittore originario di La Spezia, d'adozione ferrarese, è diventato famoso negli anni '80 con Cercando l'Imperatore, edito da Comunità (specializzata in Libri religiosi), bestseller acclamato dalla critica come nascita del cosiddetto fantastico "gender" in Italia. Pazzi, con diversi altri libri, si è confermato scrittore di punta italiano (spesso tradotto) dei tempi liquidi postmoderni. Ora Bompiani ha ristampato il libro d'esordio.

Un libro precursore della caduta dell'Urss?

La Bompiani, riprendendo interpretazioni critiche ricorrenti, promuove il libro dello scrittore, indicandolo come un libro d'anticipazione, una previsione per via letteraria della fine dell'Urss, avvenuta storicamente pochi anni dopo l'uscita del volume.

Insomma, Pazzi quasi come uno scrittore di fantascienza... un Huxley, un Orwell, un Asimov. Certamente la penna di Pazzi è sempre particolarmente brillante e evocativa, tuttavia più che dal mito moderno della science-fiction, come direbbe Roland Barthes, a parecchi altri critici tale esegesi, sia storico politica che avveniristica, è spesso apparsa forzata. Già a suo tempo, il successo di Pazzi con il libro in questione fu promosso soprattutto per la cifra in sé notevole e evocativa in primo piano: fantastorica si ma non fantascientifica, un atipico e in tal senso splendido feuilloton del nostro tempo, nostalgico un poco di certo impero interiore direbbe Alain de Benoist (ma il noto intellettuale francese intende qualcosa di più complesso sulla scia di certo dopo Nietzsche - alla Giorgio Colli ad esempio), soprattutto del mito della vecchia Europa mitteleuropea.

Fascino squisitamente estetico "monarchico" in senso "aristocratico" letterario, spesso dichiarato da Pazzi (anche in Poesia è noto il suo "Il Re e le Parole"). La critica conservatrice apprezzò moltissimo il suo "Imperatore", l'ultimo Zar Nicola II, vittima della rivoluzione d'Ottobre, la rotta controcorrente dello scrittore, certo Fantastico sempre caro dalle parti dell'intellighenzia di destra, rispetto allo standard della letteratura ancora impegnata, neo o post realista, dominante in Italia nel secondo novecento.

Letteratura e Postmoderno

Criticamente parlando, certa critica ha paragonato il fantastico di Roberto Pazzi a Italo Calvino, il grande scrittore e saggista che ha anche inventato la fantascienza all'italiana, di cui in tale ambito futuribile, gli esperti ciberculturali, ricordano uno straordinario Cibernetica e fantasmi: Calvino ben evidenziato da Roberto Giovannoli, seguace semiologico di Umberto Eco, in La Scienza della Fantascienza.

Il mito o immaginale letterario di Pazzi, tuttavia, forse è più ad hoc se inquadrato, come un ritorno del mito stesso classico nel postmoderno, come poi dimostra, nonostante certe apparenze il grande successo di vendite, ma mai suffragato da riduzioni cinematografiche come invece, altrove, capita spesso ai vari Stephen King o Dan Brown o Michael Crichton. figli invece del nuovo immaginario moderno o tecnospaziale. Insomma e riassumendo, Pazzi e il suo stesso libro d'esordio, un apprezzabilissimo ma, nel paragone, sorta di un Calvino minore. Semmai lo scrittore è già ricordato come un umanista puro, premiato da un target tipico della cultura italiana, legittimo gioco linguistico contrario all'era del computer e del futuro digitale, visti come minaccia alle Belle Lettere, che come noto caratterizza il dibattito attuale, anche in letteratura.